L’undicesima edizione di Restituzioni vede la collaborazione di: Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio, Varese; Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico per le province di Brescia, Cremona e Mantova; Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Venezia; Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico del Veneto; Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto.La mostra delle opere restaurate si tiene alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, sede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza, dal 13 aprile al 30 giugno 2002.Da questa edizione il progetto diventa biennale.Dalla introduzione al catalogo di Carlo Bertelli, dal 2000 curatore scientifico del progetto: «Nello scritto che appare in questo stesso volume, Giorgio Bonsanti ricorda le categorie d’intervento disposte da Pietro Edwards nel 1778 per la conservazione e il salvataggio delle «pubbliche pitture» di Venezia. Si doveva intervenire per quelle in «estremo bisogno», al quale oggi provvedono direttamente e con opportuna tempestività le soprintendenze, quindi per quelle in «grave bisogno» e infine anche per altre ritenute «in minore bisogno», ma provviste di «quel grado di merito che potesse interessare le pubbliche provvidenze».Il restauro più vistoso della mostra, quello delle tele del Tiepolo alla Scuola Grande dei Carmini, assomma tutte le caratteristiche indicate da Edwards. Si tratta di un’opera assai impegnativa del maestro, il quale, ormai giunto alla piena maturità, tuttavia torna a perfezionarla, almeno nel riquadro con Pazienza, Innocenza e Castità, dopo l’intervallo degli affreschi in palazzo Clerici a Milano. Ebbene, vent’anni dopo l’inaugurazione, i dipinti avevano bisogno di un consador per non andare in rovina. Ancora il «colore malfermo» richiedeva restauri nel 1896. Vennero poi i trasferimenti per pericoli bellici e relativi restauri in occasione della prima e ancora della seconda guerra mondiale; infine si pensò che il grande soffitto dipinto avrebbe avuto un lungo periodo tranquillo grazie al restauro del 1989. Quando, in una notte del 2000, la grande tela posta al centro si distaccò. Nascostamente le larve avevano divorato i bordi delle tele e attaccato la pasta dell’ultima rintelatura. Fra le competenze convocate per il restauro che ora qui si presenta vi fu anche quella dell’entomologo».