Il gruppo si compone di recipienti vitrei, adibiti a funzione funeraria. Molti di essi sono balsamari o unguentari, ovvero contenitori di essenze e profumi che venivano deposti nei corredi oppure usati durante le cerimonie funebri, presentandosi pertanto deformati dall’azione del fuoco. Altri pezzi, invece, appartengono al vasellame da mensa – coppe, bottiglie, un bicchiere e un’anfora.
I reperti sono di diversi colori (vetro incolore, blu, verde-azzurro, verde chiaro, giallo) e documentano svariate forme, alcune attestate, altre estremamente particolari e rare rispetto all’area di rinvenimento, il Veneto. Tra gli esemplari rari vi sono: una coppa con vasca arrotondata e base concava decorata da cerchi concentrici incisi; un bicchiere dall’alto corpo campaniforme su cui è applicato un filamento che disegna un motivo ad onda; un’anfora, la quale rappresenta un pezzo di eccezionale fattura: la complessa decorazione a motivi poligonali con goccia centrale, incisa sul corpo piriforme, è comparabile con l’effetto dell’argento sbalzato; una piccola bottiglia doppia, il cui corpo globulare presenta al centro una parete divisoria; un unguentario configurato “a colombina” e un balsamario a forma discoidale.
I vetri, rinvenuti nel 2005, provengono da dieci sepolture di una necropoli romana, localizzata in via Niccolò Tommaseo a Padova, e frequentata dalla fine del I secolo a.C. ai primi decenni del II secolo d.C. I reperti si riferiscono a un arco cronologico compreso tra il I secolo e l’inizio del II secolo d.C.
I pezzi – alcuni perfettamente conservati, altri in frammenti o lacunosi o con il vetro deteriorato – presentavano depositi di polvere e incrostazioni terrose e calcaree. La pulitura è stata eseguita impiegando tamponcini di cotone imbevuti in alcool, acetone e acqua demineralizzata, bisturi, impacchi con resina a scambio ionico. L’incollaggio dei frammenti è stato eseguito con una resina a bassa viscosità, creata appositamente per il restauro del vetro. Le integrazioni sono state effettuate con la stessa resina opportunamente colorata con micropigmenti. In molti casi i reperti non sono stati integrati completamente, ma è stato possibile realizzare solo integrazioni parziali e ponti statici.
Redazione Restituzioni