Secondo le Cronache veneziane e la Leggenda aurea, San Secondo fu un cavaliere, martire della Chiesa sotto Adriano, decapitato in giovane età. Le sue spoglie furono esposte dapprima ad Asti e poi acquistate dai Veneziani e trasferite nella laguna nel 1237, sull’isola che dal Santo prende il suo nome; qui San Secondo incarnò l’ideale del “santo e valoroso soldato ed egregio cavaliere di Cristo” e divenne patrono delle acque, invocato soprattutto dalla gente di mare e dalle partorienti. A Venezia le sue reliquie furono traslate almeno sei volte, l’ultima nel 1989, quando vennero anche esaminati i materiali contenuti insieme al corpo nella cassa. A questa circostanza risale la descrizione più precisa e particolareggiata anche dei tessili, che non si è potuta ripetere in occasione del restauro del 2003, a causa della ferma opposizione del parroco.
I tessili oggetto di restauro sono un prezioso sciamito e un telo di raso tagliato in forma di veste. Lo sciamito, di produzione medievale e di provenienza veneziana, è in seta cotta di colore di volta in volta marrone, nocciola e beige. Il tessuto è di forma rettangolare arrotondato sugli angoli di un lato lungo. Al rovescio, lungo uno dei lati lunghi, una fascia di gros di seta di 4 cm formata da sette frammenti cuciti tra loro su cui compare l’iscrizione in inchiostro nero a caratteri gotici incipienti in latino e volgare: «S. Secundus S. Secundo». Sul fronte, lungo uno degli angoli arrotondati è collocato un frammento di frangia in seta e lino. Il telo in raso color cremisi ha ricami in oro filato, perline in pasta vitrea e roselline di granati; i bordi sono contornati da un merletto in filato d’oro e d’argento; ai due lati sono presenti le cimose in seta verde e bianca e il retro è foderato in taffetas di seta bianca. Anche questo tessuto è stato colorato con il kermes (o con la cocciniglia), ma senza il fissaggio con mordente. Il ricamo giallo è stato realizzato con fibre di seta avvolte da una lamina d’argento e al suo interno è stata applicata meccanicamente la foglia d’oro, su entrambi i lati. Posto sopra il corpo di San Secondo, il telo presenta due aperture, una per rendere visibile la testa l’altra la mano.
Lo sciamito è stato pulito con tamponi in garza di cotone imbevuti di acqua demineralizzata; è stato quindi realizzato un supporto in un unico telo di seta grezza poco ritorta, tinto di un colore opportuno, tale da potersi fondere con gli originali nelle zone lacunose; tutte le rotture delle parti adiacenti alle lacune sono state cucite a punto posato. Anche la frangia e la fascia in gros di seta sono state cucite su un nuovo supporto. Il telo di raso cremisi è stato lavato immergendolo in acqua demineralizzata e detergente neutro; il merletto, molto deteriorato, è stato pulito con acqua demineralizzata e bicarbonato di sodio. Si è ricomposto, per quanto possibile, il motivo decorativo, posizionato su un nastro di organza neutra. La fodera è stata consolidata posizionandola tra due nuovi supporti.
Redazione Restituzioni