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    Trittico di san Lorenzo (San Lorenzo tra sant’Antonio da Padova e san Giovanni Battista; Madonna con il Bambino tra angeli, lunetta)

    Data: 1461-1462 ca
    Artista: Giovanni Bellini e bottega
    Nascita artista: Venezia, 1430 ca
    Morte artista: Venezia, 1516
    Tecnica/Materiale: tempera e oro su tavola
    Dimensioni: 126 × 46,5 cm (San Giovanni Battista e San Lorenzo); 127,5 × 49,25 cm (Sant’Antonio da Padova); 58 × 51 cm (Madonna con il Bambino); 60,5 × 66,2 cm (sezione con Angelo di destra); 61,5 × 7 cm (sezione con Angelo di sinistra)
    Provenienza: Venezia, chiesa di Santa Maria della Carità
    Collocazione: Venezia, Gallerie dell’Accademia (cat. 621B)
    Edizione: Restituzioni 2022
    Autore scheda in catalogo: Roberta Battaglia
    Restauro: Milena Maria Dean
    Ente di Tutela: Gallerie dell’Accademia di Venezia

    Opera restaurata da Milena Maria Dean, con la direzione di Roberta Battaglia (Gallerie dell’Accademia di Venezia), con la direzione tecnica di Francesca Bartolomeoli (Gallerie dell’Accademia di Venezia)

    Scheda breve

    Il Trittico di san Lorenzo – parte di un insieme coerente di quattro ancone belliniane oggi conservate alle Gallerie dell’Accademia di Venezia – era in origine destinato all’altare (consacrato nel 1471 ai santi Lorenzo, Stefano, Antonio da Padova) della cappellina all’estrema destra sotto al barco nella chiesa veneziana di Santa Maria della Carità. I canonici regolari lateranensi, insediati nell’adiacente monastero e responsabili della progettazione e realizzazione dell’intera struttura architettonica del barco e delle sottostanti cappelle, assegnarono questa cappella nel marzo del 1460 a “Misser Lorenzo Dolfin da Sancta Justina” in cambio di 100 ducati. Sebbene la commissione e il pagamento della pala dovettero spettare ai canonici e non al Dolfin – in quanto le voci registrate in dare/avere nella pagina del Memoriale et spese per lo barcho e organo relative al suo lascito non fanno alcun cenno a essa – è molto probabile che i santi da effigiare siano stati con lui concordati. Dal testamento si evince la particolare devozione portata da Lorenzo Dolfin, il cui santo eponimo è raffigurato al centro, a sant’Antonio da Padova, riconducibile verosimilmente alla forte affezione verso il padre Antonio, da cui aveva ereditato in giovane età una florida attività mercantile, basata sul commercio di pietre preziose, spezie e tessuti; san Giovanni Battista doveva invece evocare sia la moglie Zanetta Morosini sia il cognato Giovanni Morosini, con il quale per moltissimi anni Lorenzo era stato socio in affari.

    Ancorabili agli anni 1462-1464, in base alla frammentaria documentazione superstite relativa all’edificazione del barco e agli accordi intercorsi tra i canonici e gli assegnatari delle cappelle, i trittici della Carità costituiscono una pietra miliare nella produzione belliniana, a cui sono stati restituiti dalla critica tardo-ottocentesca, dopo essere stati precedentemente riferiti ai Vivarini.

    Ascrivibili al solo Giovanni Bellini, già titolare di una propria bottega, e non, come da più parti asserito, a Giovanni e Gentile operanti nell’impresa familiare del padre Jacopo, i trittici della Carità segnano nel percorso dell’artista un momento di importante sperimentazione: attenuate le asprezze disegnative del cognato Mantegna, Giovanni tende ad amplificare le forme, a regolarizzare i volumi, a rivestirli di panneggi meno arrovellati di pieghe e più ampiamente distesi, creando effetti luministici meno contrastati.

    Il recente restauro del Trittico di san Lorenzo ha evidenziato l’estrema rapidità della tecnica esecutiva e la stretta compenetrazione tra il tracciato disegnativo sottostante e la soprastante stesura del colore, tale da rendere difficile una distinzione di mani tra la fase di progettazione e quella di esecuzione. A molti brani di qualità altissima di certo autografi di Giovanni, quali l’espressivo volto di sant’Antonio, la figura di san Lorenzo avvolto nella splendida dalmatica, di una purezza e nobiltà formale di intonazione pierfrancescana, e l’intensa figura del san Giovanni Battista, memore appunto di certe asprezze disegnative del cognato Mantegna, sono accostati brani più corsivi e schematici (la veste bianca del san Lorenzo o il saio del sant’Antonio) riferibili all’intervento di assistenti di bottega, operanti comunque sotto la diretta supervisione del maestro.

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima
    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Prima del restauro

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Prima del restauro

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Prima del restauro

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Prima del restauro

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, indagine di Silvia Salvini - Su concessione del Ministero della Cultura

    Prima del restauro, immagine
    riflettografica della Madonna con il Bambino tra angeli

    Durante
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    Durante
    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, elaborazione di Milena Maria Dean - Su concessione del Ministero della Cultura

    Esploso della tavola con
    Sant’Antonio da Padova (elaborazione
    di Milena Maria Dean)

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Durante il restauro, San Lorenzo,
    particolare dopo la pulitura

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Durante il restauro, Sant’Antonio da Padova, particolare dopo la pulitura

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Durante il restauro, San Giovanni
    Battista, tassello di pulitura

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Durante il restauro, Sant’Antonio
    da Padova, tassello di pulitura

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Durante il restauro, Madonna con
    il Bambino, dopo la pulitura

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    Durante il restauro

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo
    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Dopo il restauro, Madonna con il Bambino tra angeli

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Dopo il restauro,
    tavola con Sant’Antonio da Padova

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Dopo il restauro,
    tavola con San Giovanni Battista

    © Gallerie dell’Accademia di Venezia, foto Matteo De Fina - su concessione del Ministero della Cultura

    Dopo il restauro,
    tavola con San Lorenzo

    ©Gallerie dell’Accademia di Venezia - Foto Matteo De Fina - Su concessione del Ministero della Cultura

    Dopo il restauro, San Giovanni
    Battista, particolare del manto

    Approfondimenti

    Restituzioni 2022. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (guida cartacea)

    Restituzioni 2022

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    https://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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