Tutti i 37 disegni restaurati fanno parte di uno straordinario Album di 134 pagine di Sebastiano Ricci, importante artista del Settecento veneziano ed eccellente disegnatore. Il prezioso manufatto è di estrema importanza per la conoscenza della sua personalità artistica e della sua abilità grafica. Esprime una grande varietà di tematiche, sia sacre che profane, che spaziano dal vero e proprio studio preparatorio ad abbozzi volanti, da figure isolate a singole parti di esse, a paesaggi, decorazioni, fino al disegno finito per amatori, come la splendida Testa di vecchio. Il repertorio offre, inoltre, una vasta panoramica delle tecniche grafiche impiegate da Sebastiano, dalla matita alla penna, dall’acquerello alle matite colorate, in tutte le quali dimostra una consumata padronanza. La tecnica preferita, comunque, rimane quella della penna e dell’inchiostro color bruno o seppia, spesso su tracce a matita nera, con la quale l’artista quasi sempre imposta la prima idea con mano sommaria e rapida, per poi ombreggiarla con l’acquerello, medium grafico impiegato con grande abilità e disinvoltura. In qualità di disegnatore, Sebastiano sprigiona una straordinaria potenza e uno sviluppo d’energia destinato a suscitare forti sensazioni visive. Sia che realizzi una prima stesura, più libera e sciolta che nei dipinti, fermando sulla carta idee fulminee, tradotte di getto nella scattante sintesi di segno e chiaroscuro, nate da un’esigenza di immediatezza di visione e di estrema facilita creativa; sia che esprima una vera definizione dell’idea compositiva, e in taluni casi diventano quasi un ‘modello’, creando vere e proprie suggestioni poetiche.
Abbandonato il modellato plastico e il tratteggio insistito e secco della tradizione carraccesca, realizzato anche a carboncino o sanguigna, Sebastiano verso il 1720 si accosta a sfumature cromatiche più delicate e crea immagini scintillanti immerse in un’atmosfera luminosa ed evanescente, tracciate con un segno scattante e nervoso, ma insieme molto leggero, tipico della fase grafica a cavallo del secondo decennio, tutta rivolta alla ricerca di una luminosità intensa. Il tratto della penna, non più a tratteggio ripetuto, bensì svolto in lunghi profili, e sottolineato da sottili vibrazioni di piani cromatici, ottenuti con velature ad acquerello estremamente piene di luce.
Nel Trionfo di Venezia (n.R94-1837) l’allegoria della città è rappresentata con gli attributi tradizionali, appena alleggerita nell’effetto retorico da lievi tocchi dell’acquerello. E uno dei sette fogli esposti alla mostra parigina del 1971, insieme con il Baccanale (n.R.43-1762). Quest’ultimo tema rientra tra i motivi di ispirazione arcadica, testimonianza figurativa di quel gusto rococò. Il mito dionisiaco delle orge bacchiche e realizzato in molte versioni, anche in due di collezione privata veneziana a cui il disegno si riferisce. Il Sacrificio di Polissena (n.R.92-1835) regala una pagina mitologica di esuberante cromatismo, creata con una grafia a tocchi liberi e luminosi, risultato di impasti elaborati, realizzata nel dipinto ora ad Hampton Court. Le Due bimbe sedute a terra e un gatto (n.R.77B-1815) sono in connessione con il tema Il satiro e il contadino, tratto dalla favola di Esopo, in particolare con la versione pittorica, di collezione privata a Udine. I Due giovani seduti a terra con un bastone ed un capretto (n.R.77A-1814) rappresentano due varianti per la stessa figura dipinta in basso a sinistra del quadro raffigurante l’Educazione di Ciro, ora nel Kunsthalle di Amburgo. Nell’affrontare il tema virginiano Enea e Anchise (n.R.91A-1833), Ricci raffigura il principe Enea che porta sulle spalle il vecchio padre. L’episodio dell’Eneide e trattato in un dipinto del Museo de Arte di Ponce, in Portorico, datato al periodo della formazione romana del Ricci trentenne. In due fogli si ispira a episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio. Nel n.R.84B-1825 disegna la Morte di Coronide: la ninfa, amante di Apollo, rimane incinta e lo abbandona per amore di un altro; Apollo, folle di gelosia, uccide Coronide con una freccia. Nel n.R.70a-1806 racconta la scena mitologica ovidiana di Aurora e Cefalo. Aurora, sorella del Sole, innamoratasi del giovane Cefalo, abbandona la guida del carro creando grande scompiglio nell’universo. Allora Amore interviene scoccando una sua freccia su Cefalo e così Aurora può portarlo con se nel carro, ma poi dovrà arrendersi e lasciarlo tornare dall’amata Procri. Al racconto di Plinio il Vecchio Sebastiano dedica due studi e due dipinti, ora a Parma e San Pietroburgo: Alessandro da incarico ad Apelle, il miglior pittore del tempo, di ritrarre la sua bellissima amante Campaspe; nel dipingerla il pittore si innamora della donna e il condottiero, con inaspettata generosità, vi rinuncia e la cede in dono al dio. Nel primo foglio (n.R.68A-1802) compaiono solo Apelle e Alessandro, nel secondo (Apelle ritrae Campapse, n.R.68B-1803) anche la donna, seduta in posa in una cornice scenografica, costruita tra pause di luce e ombreggiature di doppia intensità, tracciato con ductus immediato ma sicuro. Nel foglio n. R.64B-1827 Vesta riceve i doni, con alcune varianti rispetto alla trasposizione pittorica, il Sacrificio a Vesta dipinto per Filippo d’Orleans, ma morto nel 1723, prima che Sebastiano completasse il quadro, ora a Dresda; nel n. R.85B-1827 la sacerdotessa e seduta a sinistra e sulla destra i personaggi inginocchiati con le offerte sono ritratti molto fedelmente nel dipinto. L’artista affronta anche molti temi religiosi, biblici ed evangelici. Nathan rimprovera David, disegnato nel n.R.91B-1834, ritorna anche nel foglio n. 298 di Windsor. Il San Matteo e l’angelo, schizzato nel foglio n.R.20-1730, e preparatorio per il dipinto della chiesa della Madonna della Consolazione di Altamura, opera antecedente il periodo fiorentino, datata ai primissimi anni del Settecento. Sulla carta la costruzione prospettico-illusionistica della composizione segue un andamento orizzontale; l’angelo arriva in volo alla sinistra del santo, mentre nel dipinto si affaccia da destra, con grandi ali spiegate. Il tratto della penna, frammentato in tocchi rapidi ed espressivi, crea le forme, ammorbidendo i contorni e quasi dissolvendoli in una luminosità soffusa, ottenuta con l’uso delicato dell’acquerello e con velate ombreggiature. Un altro studio preparatorio (n.R75- 1813) per il San Michele arcangelo scaccia gli angeli ribelli e da mettere in relazione con il dipinto inglese di Dulwich College, datato intorno al 1720. La datazione trova corrispondenza stilistica con il segno, estremamente libero e fluente, che scioglie rapido la consistenza plastica delle immagini, una delle prove grafiche migliori dell’intero Album. Anche la trasparenza delle ombreggiature sulla rilucente luminosità della carta contribuisce alla definizione dell’alta qualità dell’opera, con sfumature cromatiche più delicate e immagini immerse in un’atmosfera evanescente, creata da sottili vibrazioni di piani cromatici. In tre fogli e studiata una stessa composizione della Madonna con il Bambino e l’angelo custode che salva un bambino – due esempi preziosi di uno studio finito (n.R.73-1811, n.R.74-1812), uno per il solo demone in basso a sinistra (n.70b-1807) –, realizzata in pittura in un dipinto del 1720 ancora in loco, nella Scuola dell’Angelo Custode a Venezia. Raro esempio databile della grafica a cavallo tra il primo e il secondo decennio del secolo e la Decollazione del Battista (n.R.64A-1795), dove l’artista studia la scena completa come sara in uno degli affreschi della cappella Fulcis a Belluno. Un altro disegno preparatorio e il n.R.86-1828, in relazione con il Cristo tra i dottori ora ad Hampton Court. Il riposo nella fuga in Egitto (n.R.87-1829) e preparatorio per la composizione pittorica dello stesso soggetto di collezione privata veneziana. Molto simile nell’impostazione compositiva e la Sacra famiglia con san Giovannino e sant’Anna, schizzata in due fogli (n.R.88-1830 e n.R.89-1831), preparatori per il dipinto della collezione Molinari Prandelli. Il Cristo che predica tra gli apostoli (n.R.82-1821) e preparatorio per La predica della montagna del 1725 circa, ora a Glasgow in collezione privata. La Testa di vecchio (n.R.95-1838) e riferibile al personaggio inginocchiato sulla destra del quadro di Morte di san Paolo del 1706-1707, ora nel Kansas Museum of Art. Particolarmente interessante e il foglio (n.R.71-1808), con Sacra famiglia e santo adorante, per la scritta autografa ≪Duecento e venti/ Sebastiano Ricci≫, che e molto raro incontrare nei disegni. I due fogli raffiguranti il Sogno di san Giuseppe (n.R.16-1726) e l’Annunciazione (n.R.15- 1725) raggiungono una realizzazione talmente dettagliata e rifinita nell’aspetto complessivo, da poter essere avvicinati a un modello pittorico. L’acquerello e le lumeggiature a biacca creano vere e proprie suggestioni pittoriche. La realizzazione grafica di elevata definizione, raggiunta con forti contrasti chiaroscurali e con l’accensione improvvisa di bianchi che emergono dall’ombra, è ottenuta con una stesura piuttosto compatta e levigata. I disegni, espressione dello stile grafico maturo, rappresentano i due unici esempi importanti, nella loro completezza, di documentazione di opere grafiche rifinite e complete, perfezionate sia in ogni dettaglio compositivo sia nell’effetto pittorico, raggiunto con il gioco di zone d’ombra cosi scure, liquide e compatte e altre messe in forte risalto luministico da sapienti tocchi di biacca, che ne esaltano i valori tonali. Paiono quasi pronti per la trasposizione pittorica, ma non è noto alcun dipinto dello stesso soggetto. La grande versatilità di Sebastiano in campo grafico abbraccia anche il genere del paesaggio, rappresentato dal foglio Grande paesaggio con figure (n.R.54-1774). In quattro fogli Sebastiano affronta un’altra tematica, i cavalli (n.R.5A-1710, n.R.5B-1711, n.R.4A-1708, n.R.4B-1709), schizzati con segno drammatico e agile nel chiaroscuro, sciolto e svolazzante, che documentano l’interesse di Sebastiano per una scena di battaglia, composita, dirompente e violenta, che non trova un corrispondente pittorico diretto tra le sue opere note. La concitazione delle scene e resa con sapiente velocità di esecuzione; le zone d’ombra acquerellate diventano più ampie e dilatate nell’uso a macchia dell’acquerello, secondo un linguaggio espressivo più agile. Le scene, di grande impatto visivo e ed emotivo, rappresentano un ulteriore esempio nella grafica riccesca di soluzioni compositive giunte a definizione inventiva e stilistica, pura esercitazione grafica o stesura di un’idea mai definita in pittura.
Proprio uno studio di cavalli era uno dei fogli in peggiori condizioni conservative, a causa della presenza consistente di inchiostri ferrogallici i quali, come quasi sempre avviene, nelle parti di loro maggior utilizzo, perforano il supporto primario, creando alcune lacune, anche di dimensioni consistenti. In questo caso, esempio di intervento completo, è stata eseguita la reintegrazione cartacea e anche quella pittorica: rinsaldi agli strappi e reintegrazioni alle lacune e ritocchi pittorici eseguiti con acquerelli, a velatura e sottotono rispetto ai pigmenti originali. Per tutti i 37 fogli selezionati era assolutamente necessario intervenire sia per motivi di una corretta conservazione che per una eventuale esposizione al grande pubblico, oltre che per agevolare la consultazione degli studiosi specialisti di grafica. La possibilita di un intervento a opera di un unico restauratore ha garantito l’uniformita delle operazioni concordate e realizzate.
Annalisa Perissa Torriti