I parati sono ottenuti mediante l’assemblaggio di tessuti e ricami appartenenti ad arredi differenti. Attraverso ricerche documentarie, integrate da altri rilievi di carattere stilistico, è possibile collocare temporalmente le diverse parti di questi due paramenti. Un insieme composito che attraversa varie epoche ma che si rivela comunque come una testimonianza preziosa e autorevole della vasta produzione di ricami specificamente denominati “de opere veneto”, che rinviano ad una tradizione attiva a Venezia già a partire dall’XI secolo.
Tonacella e pianeta fanno dunque parte di un paramento composito solo parzialmente conservato. Entrambi sono composti con pezze di due tessuti affini per tecnica, disegno e colore. La pianeta è confezionata con 7 teli in damasco cremisi, mentre la tonacella con 45 pezze di stoffa e numerosi frammenti di rinforzo. I due tessuti presentano un decoro simmetrico ad andamento alternato e verticale, impostato su un grande fiore di cardo da cui si dipartono altri motivi floreali (garofani e fiori di cardo). I teli sono realizzati in damasco classico, prodotto dalle facce di una medesima armatura raso da 5, con una catena ed una trama color cremisi. I bordi e lo scollo sono decorati con galloni in filo di seta gialla ricoperto da lamina di argento dorato tessuti a piccoli rombi e merletti al tombolo. Entrambi i parati sono foderati in tela di lino color ocra scuro. Sul recto della pianeta, in uno spazio delimitato da archi trilobati sormontati da tre cupole tondeggianti, compaiono due Santi a mezzo busto (uno ha la palma del martirio), mentre al centro, a figura intera un altro Santo con libro e croce e in basso un Santo vescovo (san Prosdocimo?). Nella parte posteriore invece, dall’alto in basso, sono raffigurati: il pellicano simbolo della resurrezione, Cristo in croce tra la Madonna e San Giovanni Battista, la Maddalena, un Santo con il libro. La tonacella presenta, sulla faccia anteriore, due riquadri in lino azzurro a trama larga ricoperti da seta bianca ricamata. Al centro dei riquadri è stato applicato un arco a sesto acuto sorretto da colonnine con capitelli, ed al centro due santi a mezzo busto, San Prosdocimo con ampolla in argento e San Donato, con pastorale e palma del martirio. Nella parte posteriore la tonacella ha altri due quadri: il primo è decorato con un Santo sotto un profilo architettonico, l’altro è ornato da tralci e fiori ricamati in bianco e giallo e presenta, sotto un’architettura a doppia ogiva, una Madonna con Bambino.
L’utilizzo liturgico è senza dubbio alla base del degrado delle stoffe, maggiormente danneggiate proprio nei punti più sensibili. Numerose le abrasioni e i cedimenti dell’ordito con conseguente sfilacciatura dei filati. Alcuni interventi di rammendo erano già stati fatti sommariamente in passato. Dopo la mappatura completa di tutti i pezzi di cui si compongono le stoffe, si è proceduto allo smontaggio. Varie analisi preliminari sono state eseguite in vista della pulitura, per valutare la tenuta dei filati. La pulitura è stata effettuata inizialmente con acqua distillata e poi con due lavaggi in acqua distillata e saponaria. I ricami sono stati puliti nelle parti metalliche anche con bicarbonato applicato con tamponcino di cotone. Il consolidamento è stato eseguito con sottile filo di seta ed ha puntato esclusivamente a fissare tutte le parti staccate con piccoli e singoli punti. Le lacerazioni sono state consolidate dal retro con porzioni di tessuto di organza di seta fissato con filo di seta.
Redazione Restituzioni