La testa maschile di bronzo dorato, proposta dalla Soprintendenza Archeologia dell’Emilia Romagna per l’edizione 2016 di Restituzioni, è uno dei pezzi notevoli della collezione permanente del Museo Archeologico Nazionale di Parma. Si può dire che e un esemplare ad oggi pressochè unico di ritratto in bronzo dorato dell’imperatore Antonino Pio. È un manufatto di straordinaria importanza per la rarità che riveste nell’ambito cronologico e per l’iconografia bronzea di riferimento, nonchè per l’elevatissimo livello di qualità dell’esecuzione, sia dal punto di vista tecnico che artistico.
È uno dei manufatti notevoli che furono scelti nel 1761 per dare vita al Museo d’Antichità di Parma, destinato ad accogliere gli oggetti di maggior pregio, provenienti dagli scavi di Veleia, iniziati nella primavera del 1760 dal duca Filippo di Borbone, dopo la scoperta fortuita della ben nota Tabula alimentaria, da cui gli studiosi risalirono all’identificazione del luogo esatto dove sorgeva il dimenticato e scomparso municipium romano di Veleia, già citato da Plinio.
Proprio all’inizio della prima campagna di scavi, nel maggio 1760, viene in luce nell’angolo nord-orientale del foro, nei pressi di un piedistallo, una testa maschile in bronzo dorato un po’ piu grande del naturale e con essa alcuni frammenti di panneggio e una mano sempre in bronzo dorato, un piede e parte di una grande spada con impugnatura in bronzo. Tutto il contesto di rinvenimento fa pensare che questi frammenti siano quel che resta di una grande statua, forse realizzata con materiali diversi. Il ritratto in bronzo dorato al suo ritrovamento fu attribuito a Giove, riconoscendone l’importanza tecnica e artistica, seppure la doratura fosse poco visibile perché ricoperta dalle incrostazioni del terreno. Da allora la testa è stata oggetto di alterne vicende e restauri anche poco rispettosi, ora superati anche dal punto di vista tecnico. Nel 1803 viene trasferita a Parigi presso il Musée Central des Arts, de la Monnaie, des Médailles, dove subisce danneggiamenti e Dopo il restauro, retro restauri che rendono il ritratto irriconoscibile, con la necessità, al suo rientro al Museo di Parma, di un intervento conservativo. Esposta in museo, la testa era visibile cosi come restaurata nel 1965, quando venne asportato il busto in gesso su cui era stata collocata nell’Ottocento.
L’attuale restauro ha permesso di eseguire sul prezioso manufatto analisi minuziose, un intervento di pulizia profonda della doratura con il laser, l’asportazione di integrazioni di vecchi restauri obsoleti e dannosi per il bronzo, lo svuotamento della calotta, il consolidamento, la messa in sicurezza e il riposizionamento per l’esposizione e una scansione per la riproduzione 3D.
Il restauro e le analisi hanno consentito una lettura precisa dal punto di vista tecnico, mettendo in evidenza l’altissima qualità di esecuzione di una fusione in bronzo a cera persa indiretta, molto sottile, con una doratura a piu strati di sottilissime foglie d’oro sovrapposte, senza utilizzo di collanti, ed evidenziato l’elevato valore artistico, permettendo l’attribuzione del ritratto ad Antonino Pio e l’apprezzamento del manufatto come rilevante opera di evergetismo, offerta alla città di Veleia. L’intervento ha riportato lo straordinario ritratto all’antico splendore, quello che in epoca moderna nessuno aveva mai visto prima d’ora.
Roberta Conversi