Le tavolette rappresentano una galleria di busti maschili e femminili, ripresi di profilo e di fronte, con intento celebrativo, come risulta evidente dalla presenza di alcuni stemmi araldici di nobili famiglie cremasche. Nella realizzazione dei ritratti ricorrono tipologie fisiognomiche simili: abbigliamenti e acconciature – interessanti testimonianze del costume rinascimentale – si ripetono con poche varianti, mentre più ampia è la gamma delle incorniciature architettoniche di gusto classicheggiante, costituita da un arco a tutto sesto entro il quale le figure si stagliano su fondi rossi e blu.
La serie costituisce un significativo esempio della tradizione decorativa padana fra Quattro e Cinquecento.
Le tavolette facevano parte di un complesso più ampio, costituito da novantotto pezzi, proveniente dal soffitto di palazzo di Bartolomeo Vimercati a Crema. Nello stemma con il cimiero principale, del ramo della famiglia Vimercati detto “dei Sermoni”, troviamo infatti le iniziali “BV”.
Sul piano stilistico si possono individuare richiami a Mantegna e dotti riferimenti alla cultura letteraria bembesca; in particolare, il tipo della giovane donna vista di fronte si collega ad analoghe figure di Giovan Pietro da Cemmo, presente a Cremona verso la fine del Quattrocento, negli stessi anni in cui furono realizzate queste opere. Sono state inoltre ravvisate analogie con le Storie di san Bernardino affrescate in San Francesco a Lodi nel 1477, tradizionalmente attribuite a Gian Giacomo da Lodi, la cui bottega sembra esser stata attiva a Crema proprio fra XV e XVI secolo.
Dal punto di vista conservativo, i più gravi problemi si sono concentrati sul supporto ligneo, alterato in passato dall’aggiunta di listelli laterali, inseriti per uniformare i pezzi della serie.
Tale intervento aveva causato fessurazioni del legno in corrispondenza dei chiodi di fissaggio.
E’ stato dunque necessario procedere alla rimozione delle aggiunte, sostituendole con tasselli più sottili in balsa, incollati lungo lo spessore delle tavolette. Una seconda fase ha riguardato la pulitura delle superfici, con relativa rimozione di vernici e colle stratificate, oltre che di estese ridipinture, presenti soprattutto nei fondi.
L’intervento, concluso con il consolidamento della pellicola pittorica e la reintegrazione delle lacune, ha infine restituito piena leggibilità a questa singolare testimonianza artistica.
Redazione Restituzioni