Collocato nella camera da letto della casa museo di Mario Praz, lo stipetto è un piccolo e prezioso gioiello. Di manifattura russa, fu donato dallo zar Nicola I di Russia al cardinale Giacomo Antonelli (1806-1876); figura complessa, Antonelli ebbe un ruolo importante nelle vicende che riguardarono lo Stato Pontificio nella seconda metà dell’Ottocento. Il suo potere si consolidò con l’avvento del pontificato di Pio IX, che contribuì ad accrescere il suo prestigio e a rendere la sua carriera ecclesiastica più rapida e brillante, ricevendo nel 1847, a soli quarant’anni di età, la porpora cardinalizia, col titolo diaconale di Sant’Agata alla Suburra che cambiò più tardi con quello di Santa Maria in Via Lata.
L’armadietto, chiuso da due sportellini, contiene quattordici cassetti all’interno dei quali sono riposti trecentoventicinque campioni di marmi colorati provenienti da tutte le cave dell’impero russo: porfidi, diaspri, brecce, serpentini, agate, quarzi e perfino un campione di sienite. I marmi sono identificati secondo la località di provenienza e sono catalogati in lingua francese.
Mario Praz lo acquistò sul mercato antiquario nel 1976 e apportò un’ulteriore modifica, ovvero aggiunse alle zampe anteriori due bronzi in stile Impero.
Si tratta di un oggetto molto particolare che nonostante le dimensioni ridotte spicca nel contesto intimo della camera, quasi interamente occupata dal grande letto a baldacchino Jacob, costruito per gli appartamenti di Giuseppe Bonaparte nel castello di Fontainebleau all’inizio del XIX secolo.
Proprio sopra allo stipetto campeggiano sei alti pannelli di papier peint di manifattura francese databili alla fine del XVIII secolo.
Nel capitolo del celebre saggio La casa della vita di Mario Praz riservato alla camera da letto, dove il mobiletto è collocato, non si fa cenno a questo prezioso cofanetto, mentre l’autore si dilunga sul letto, sulla specchiera basculante e su una psiche di mogano descritta come se fosse una persona in carne e ossa, con toni che si direbbero affettivi.
Lo stipetto (cofanetto) acquistato a un’asta della collezione Lemmermann è in effetti una sorta di medagliere, che sul lato riporta il nome della manifattura Kolivan e la data 1814.
’intervento di restauro ha permesso di recuperare gli aspetti funzionali e strutturali del mobile, le sue preziose cromie e le sfumature lignee che ne determinano il valore estetico.