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    Torna a Restituzioni 1991

    Stele funeraria ad arco

    Data: Terzo quarto del I secolo d.C.
    Tecnica/Materiale: Pietra calcarea
    Dimensioni: Alt. 51,5 cm (nicchia); alt. 58 cm (acroteri); largh. 45 cm; spessore 15 cm
    Provenienza: Rinvenuta negli anni '30 nel corso di lavori agricoli ad Altino (nell'area della necropoli nord-est della via Annia), la stele andò a far parte della collezione Ziliotto; passata in seguito ad altro proprietario, venne acquisita dallo Stato nel 1990
    Collocazione: Altino (Venezia), Museo Archeologico Nazionale
    Edizione: Restituzioni 1991
    Autore scheda in catalogo: Margherita Tirelli
    Restauro: Antonio Costantini
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologica del Veneto

    Passammo al tempio poi di Pudicizia, / ch’accende in cor gentil oneste voglie. (Petrarca, Trionfii, II, 181-82)

    Scheda breve

    Il tipo iconografico a cui fa riferimento il ritratto della giovane donna è quello classico della Pudicitia, con evidente allusione alle virtù della defunta. Il personaggio infatti veste la tunica a cui si sovrappone il mantello o “palla”, le cui pieghe vengono trattenute sul petto con la mano sinistra, mentre un lembo, con gesto delicato e pudico, ne viene sollevato con la destra fino all’altezza della spalla. Si tratta di uno schema che non trova molti altri confronti nelle stele altinati, ma in ambito veneto risulta diffuso nella zona di Este, a cui rinvia pure la tipologia della stele, ad arco poggiante su due pilastrini. Di particolare interesse l’acconciatura della donna, che richiama il tipo cosiddetto di “Agrippina minor”, con i capelli ondulati e spartiti sulla fronte da una riga centrale, acconciati in tre file sovrapposte di stretti riccioli ‘a chiocciola’ e raccolti sulla nuca, dalla quale scendono due boccoli ai lati del collo. Si intravvedono appena i lobi degli orecchi, ornati da orecchini pendenti a goccia. La pettinatura rappresentata, uno dei rari esempi nell’ambito della ritrattistica funeraria cisalpina, era in voga in età tardoclaudia-neroniana, cioè tra la quinta e la sesta decade del I sec. d.C.

     

     

    L’impostazione del ritratto, la resa dei particolari fisionomici, l’accuratezza dell’acconciatura, nonché il modello iconografico ispiratore, sono tutti particolari che permettono di attribuire questo esemplare ad ambienti colti dell’arte provinciale di area veneto-orientale. Le peculiarità del ritratto contrastano tuttavia con l’apparato architettonico della stele, che manca di una decorazione altrettanto ricercata ed elaborata. L’arco e i capitelli lisci, le decorazioni a palmetta disuguali, i fianchi pressochè privi di elementi ornamentali, sono tutti segni che sembrano suggerire la realtà di un pezzo non completamente ultimato nelle rifiniture architettoniche.

     

     

    La stele era spezzata in due parti, con perdita di materiale lungo i bordi di congiunzione. Gravi lacune anche nella parte inferiore e nella lesena destra. L’incollaggio è stato eseguito mediante resina epossidica, con l’inserimento di due piccoli perni in acciaio inox. Lo strato di polvere e di terra è stato rimosso mediante acqua nebulizzata. Grazie a brevi e ripetuti impacchi di polpa di carta con soluzione neutra di AB 57 orientata al basico sono state rimosse altre macchie penetrate in profondità e dovute all’esposizione all’aperto della stele. Le tracce di ruggine sono state trattate con impacchi localizzati di bifluoruro d’ammonio, in soluzione riscaldata ed applicata con polpa di carta a grana fine. Le parti mancanti sono state ricostruite con calce Lafarge, polvere di pietra similare, terre come pigmento ed aggiunta di resina acrilica AC 33.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni '91

    Quattordici opere restaurate, a cura di Fernando Rigon, Vicenza 1991

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    corredo funerario

    Corredo funerario

    oreficeria

    Croce processionale

    Orefice veneziano

    tessuti

    Tonacella e pianeta

    pittura

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    Dario da Treviso

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