La stele, di recente assegnata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, a seguito di sequestro, proviene da scavi clandestini effettuati in contesti di antiche necropoli, nell’area compresa tra Foggia e Manfredonia. È costituita da una lastra di calcare compatibile con le cave dell’area meridionale del Gargano.
Il monumento presenta una decorazione principale, antropomorfa, ottenuta da profonde incisioni, e una decorazione secondaria con sottili graffiti per i contorni delle figure, messa bene in luce dall’accurato intervento di restauro. Un pigmento rosso, di cui rimangono le tracce, completava la decorazione originaria. Questa rappresentava schematicamente un personaggio aristocratico, forse il defunto con la veste funebre: le insegne del rango consentono di riferire la stele alla serie maschile con armi, caratterizzata dalle spalle rettilinee e dal collo inornato. La decorazione della fronte è organizzata con una fascia superiore e una inferiore con motivo a meandro – i bordi della veste – e da riquadri geometrici con meandri e svastiche, che indicano le piastre di una corazza. Un pettorale protettivo del cuore, rettangolare a lati concavi, con il bordo decorato da un meandro semplice e occhi di dado, si trova al centro del campo superiore. Ai lati si dispongono le braccia nude, piegate sul petto, con le mani dalle dita unite e il pollice leggermente divaricato.
Sotto la mano destra è posta orizzontalmente la spada con impugnatura a crociera, inguainata nel fodero con puntale quadrangolare. La decorazione è completata inferiormente dai riquadri ornamentali che richiamano le piastre della veste/corazza. Questi ricorrono identici, nella parte posteriore, anche lungo i bordi verticali; al centro figura il grande scudo rotondo con l’episema centrale a dodici petali radiali.
Una decorazione secondaria, di tipo narrativo, e presente sulla fronte con una scena di caccia, con cacciatore a cavallo in atto di scagliare una lancia contro un cinghiale.
Il restauro ha messo in luce come, sullo scudo, alcune linee incise siano state ripensate e modificate; le piastre della corazza sono separate da interspazi ribassati a sottolivello, con superficie non finita e impronte di scalpellature ottenute con almeno due strumenti diversi.
La decorazione a occhi di dado, presente sulle due facce e sui fianchi, è ottenuta con un compasso a braccia diritte. Una linea orizzontale separa lo specchio figurato dalla base inornata. La stele doveva essere completata da una testa, lavorata a parte, di cui rimane il foro per l’attacco, a sezione quadrangolare. Il tipo di decorazione a meandro-svastica, oltre allo scudo con dodici petali, consente di attribuire il monumento al terzo tipo delle stele maschili con armi, proposto da Maria Luisa Nava nella classificazione dei circa duemila esemplari di stele daunie, databili tra la metà del VII e il VI secolo a.C.
Mariolina Gamba