L’edizione 2016 di Restituzioni ha fornito l’occasione per il salvataggio estremo di una scultura egiziana templare di eta ramesside, un naoforo dedicato agli dei Osiri, Isi e Horo da Amenmes e Reshpu, due alti funzionari del tempio di Amon a Tebe. La statua, appartenuta al famoso collezionista Pelagio Palagi (Bologna, 1775 – Torino, 1860) e ora conservata presso il Museo Civico Archeologico di Bologna (MCABo EG 1821), è interessante da un punto di vista tipologico, stilistico e testuale, ma anche per le vicende collezionistiche che l’hanno portata dall’Egitto a Bologna e per i numerosi restauri succedutisi negli anni allo scopo di interrompere il degrado del calcare egiziano in cui è stata scolpita.
L’attuale intervento è stato preceduto dallo studio del monumento e da una ricerca d’archivio finalizzata a ricostruire le tappe di un processo degenerativo che interagisce con la storia sia del collezionismo sia delle tecniche e dei materiali adottati a fini conservativi. Le informazioni ottenute sono state fondamentali per definire le indagini diagnostiche necessarie alla caratterizzazione dei materiali costitutivi e di restauro, cosi come all’individuazione e quantificazione delle fragilità del naoforo. Di conseguenza, si è deciso di sperimentare un restauro che potremmo definire antico o ‘debole’, adottando solo consolidanti, adesivi e integrativi dalle caratteristiche meccaniche e chimiche le più simili a quelle della roccia originaria e che non interagiscono con i sali presenti nella roccia, tra le principali cause del deterioramento lapideo di questa scultura. Lo scopo che ci si prefigge e quello di restituire al pubblico una statua trasferita nei magazzini del museo negli anni Novanta del secolo scorso.
Daniela Picchi