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    Torna a Restituzioni 2016

    Statua naofora di Amenmes e Reshpu

    Data: XIX dinastia, regno di Ramesse II e/o periodo successivo (1279-1186 a.C.)
    Tecnica/Materiale: Calcare egiziano
    Dimensioni: alt. 114,5 cm; 18 × 59 × 88 cm (base)
    Provenienza: Egitto: Abido (?)
    Collocazione: Bologna, Museo Civico Archeologico (EG 1821)
    Edizione: Restituzioni 2016
    Autore scheda in catalogo: Daniela Picchi
    Restauro: Cristina del Gallo con la direzione di Daniela Picchi
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia dell’Emilia-Romagna

    Opera restaurata da Cristina del Gallo  con la direzione di Daniela Picchi

    Scheda breve

    L’edizione 2016 di Restituzioni ha fornito l’occasione per il salvataggio estremo di una scultura egiziana templare di eta ramesside, un naoforo dedicato agli dei Osiri, Isi e Horo da Amenmes e Reshpu, due alti funzionari del tempio di Amon a Tebe. La statua, appartenuta al famoso collezionista Pelagio Palagi (Bologna, 1775 – Torino, 1860) e ora conservata presso il Museo Civico Archeologico di Bologna (MCABo EG 1821), è interessante da un punto di vista tipologico, stilistico e testuale, ma anche per le vicende collezionistiche che l’hanno portata dall’Egitto a Bologna e per i numerosi restauri succedutisi negli anni allo scopo di interrompere il degrado del calcare egiziano in cui è stata scolpita.

    L’attuale intervento è stato preceduto dallo studio del monumento e da una ricerca d’archivio finalizzata a ricostruire le tappe di un processo degenerativo che interagisce con la storia sia del collezionismo sia delle tecniche e dei materiali adottati a fini conservativi. Le informazioni ottenute sono state fondamentali per definire le indagini diagnostiche necessarie alla caratterizzazione dei materiali costitutivi e di restauro, cosi come all’individuazione e quantificazione delle fragilità del naoforo. Di conseguenza, si è deciso di sperimentare un restauro che potremmo definire antico o ‘debole’, adottando solo consolidanti, adesivi e integrativi dalle caratteristiche meccaniche e chimiche le più simili a quelle della roccia originaria e che non interagiscono con i sali presenti nella roccia, tra le principali cause del deterioramento lapideo di questa scultura. Lo scopo che ci si prefigge e quello di restituire al pubblico una statua trasferita nei magazzini del museo negli anni Novanta del secolo scorso.

    Daniela Picchi

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro, visione frontale

    Prima del restauro, visione laterale destra

    Durante
    Durante
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    Durante il restauro, distacco di alcuni grandi frammenti alla base della scultura, adesi in precedenza con adesivo vinilico e gesso

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo

    Dopo il restauro, visione frontale

    Dopo il restauro, visione laterale sinistra

    Dopo il restauro, visione laterale destra

    Dopo il restauro, visione posteriore

    Prima del restauro, visione laterale sinistra

    Prima del restauro, visione posteriore

    Approfondimenti

    Restituzioni 2016

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (PDF online)

    Restituzioni 2016. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (guida cartacea)

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Bronzetti egizi da collezione

    corredo funerario

    Manufatti metallici

    scultura

    Giovane cavaliere (Dioscuro?) sorretto da una sfinge, detto ‘Cavaliere Marafioti’

    Mosaico pavimentale con emblema detto ‘dei pugili’

    https://restituzioni.com
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