Nelle terre governate dai Visconti innumerevoli edifici, chiese, cappelle e palazzi erano rivestiti da pitture murali che ammantavano intere superfici murarie e facciate con temi religiosi, scene profane o elaborate decorazioni geometriche. La costruzione di queste immagini si basava su un impianto grafico dipinto con pennelli intrisi di ‘terra di Sinope’, di un tipico colore rossastro, e disteso sullo strato sottostante dell’intonaco, l’arriccio. Se la superficie affrescata viene strappata dalla sede d’origine, allo scopo di assicurarne la tenuta nel tempo, questa azione a volte permette di riportare alla vista lo strato sul quale e impresso il disegno preparatorio, detto sinopia.
È dunque di notevole valore il rinvenimento dell’opera soggiacente la grandiosa Crocifissione affrescata da un Maestro di ambito giottesco assai esperto nell’illustrare ampie superfici pittoriche arricchite da una sapiente tecnica polimaterica. Si deve forse a Giovanni Visconti (1290-1354), arcivescovo di Milano, la commissione della scena religiosa affrescata su un lato del campanile di San Gottardo in Corte, chiesa riedificata da Azzone Visconti (1302-1339), rinstretta tra la sede arcivescovile e il palazzo visconteo eretti nel cuore della citta ambrosiana. Scoperta in modo fortuito nel 1926, dopo essere stata nascosta agli sguardi dei devoti e degli studiosi per secoli, l’opera è stata oggetto per decenni di una travagliata vicenda conservativa. Mentre la Crocifissione, strappata nel 1953, trovo ricovero sulla controfacciata della chiesa, lo strato sottostante rimase per lungo tempo senza alcun riparo contro l’incuria e l’azione degli agenti atmosferici. Solo nel 1980 un doveroso atto di tutela autorizzò lo strappo della sinopia che, avvolta su un rullo, non ricevette alcuna azione volta a fermare il degrado dell’arriccio e delle impronte grafiche. L’intervento di restauro, che ha finalmente messo un argine a tale incuria, e durato quasi un anno, tra il 2014 e l’estate del 2015: il manto d’intonaco, pur lacerato da vaste lacune, e ora messo in sicurezza, la pulizia della superficie ha permesso di recuperare segni tracciati con terra di Sinope insospettabili e di ricucire in modo piu intelligibile i brani del disegno sopravvissuti. È doveroso avvertire lo spettatore che serve un’attenzione particolare per ricostruire mentalmente l’idea progettuale della scena, impegno ancor maggiore perche la sinopia presenta alcune differenze rispetto alla composizione affrescata. Anche sotto questo aspetto, il recupero dell’opera offre l’opportunità straordinaria di mettere a confronto l’abbozzo della prima idea e la traduzione dell’immagine nella rappresentazione finale.
Laura Basso