Le due tavolette raffiguranti episodi del martirio di un santo, dapprima genericamente riferite a un ignoto autore di scuola tedesca, furono assegnate da Hermann Voss (1908) all’artista che si firma ≪Mair≫ in diverse incisioni e che e stato a lungo identificato in Nikolaus Alexander Mair von Landshut. L’attribuzione fu accolta dalla grande maggioranza degli studiosi, tra cui Walter Hugelshofer (1924) che propose di riconoscere nelle due scene altrettante storie di sant’Andrea. La proposta alternativa di Antonio Morassi (1932), che assegnò le tavole a un ≪Gerolamo da Trento≫ sulla base della firma di un dipinto stilisticamente compatibile conservato a Trento, è caduta con la constatazione che quell’iscrizione era apocrifa. Ristabilita da Nicolo Rasmo (1952), l’attribuzione a Mair von Landshut fu accolta anche da Franco Russoli (1955) e più recentemente da Mauro Natale (1982), che ha opportunamente datato le operine al primo decennio del Cinquecento, suggerendo inoltre di identificare il santo protagonista in Bartolomeo. A tal proposito, appare pero più convincente l’ipotesi di Marianne Gammel (2011) in favore di Giuda Taddeo. I due dipinti, che sono forse frammenti di un altare a portelle, rappresentano infatti con tutta verosimiglianza l’apostolo Giuda Taddeo che, catturato e costretto a sacrificare agli idoli, comanda ai demoni di uscire dalle immagini, riducendole in frantumi. Lo stesso episodio è illustrato da una stampa contenuta nel Liber Chronicarum di Hartmann Schedel e in una tavoletta assegnata al Maestro dell’Epitaffio Winkler conservata a Budapest, entrambe di poco anteriori ai dipinti Poldi Pezzoli. Studi degli ultimi decenni hanno dimostrato che la tradizionale identificazione dell’artista che si firma ≪Mair≫ in Nikolaus Alexander Mair è priva di solidi argomenti, e nei contributi piu recenti il pittore è stato identificato piuttosto in Hans Mair da Frisinga, zio di Hans Holbein il Vecchio, attivo tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Tuttavia il nome di Hans Mair di Frisinga non può tutt’oggi essere collegato ad alcuna opera certa e così, in assenza di prove risolutive, si continua a utilizzare per convenzione l’etichetta ≪Mair von Landshut≫.
I due dipinti sono stati restaurati da Carlotta Beccaria e Roberto Buda: l’intervento condotto da Beccaria ha consentito di recuperare i toni cromatici originari brillanti e la materia pittorica in ottimo stato di conservazione, attraverso la rimozione dei depositi superficiali e dello strato di vernice fortemente ambrata che offuscava i dipinti. Il restauro eseguito da Buda ha previsto invece la rimozione di due listelli posti orizzontalmente sul retro nella parte superiore e inferiore delle tavole che, impedendone i naturali movimenti, avevano causato spaccature del legno. Ancora una volta il progetto Restituzioni si è rivelato un’occasione importante e preziosa per ‘riscoprire’ due dipinti attraverso il restauro, oltre ad avere offerto l’opportunità di approfondirne la conoscenza.
Stefanie Paulmichl