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    Torna a Restituzioni 2022

    Santa Cecilia; Sant’Apollonia

    Data: metà del XVIII secolo
    Artista: Lorenzo De Caro (?)
    Nascita artista: Napoli, 1719
    Morte artista: Napoli, 1777
    Tecnica/Materiale: olio su tela
    Dimensioni: 71,5 × 116,5 cm (Santa Cecilia), 72 × 92,5 cm (Sant’Apollonia)
    Provenienza: Tolve, chiesa di San Francesco d’Assisi, cantoria
    Collocazione: Matera, Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, depositi
    Edizione: Restituzioni 2022
    Autore scheda in catalogo: Barbara Improta
    Restauro: Gianna Iozzi (Restauro Opere d’Arte, Matera); Giovanni Di Trani (realizzazione dei telai)
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata

    Opera restaurata da Gianna Iozzi (Restauro Opere d’Arte, Matera); Giovanni Di Trani (realizzazione dei telai), con la direzione di Barbara Improta, Martina Avogadro (direzione tecnica) (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata)

    Scheda breve

    Il restauro delle tele raffiguranti Santa Cecilia e Sant’Apollonia ha reso possibile la riemersione di forme, colori, brani di vivissima pittura da un grumo indistinto di canapa, terriccio e larve.

    I dipinti facevano parte di un ciclo pittorico di nove tele raffiguranti Sante francescane e Sante martiri che decoravano la cantoria della chiesa di San Francesco a Tolve, in Lucania. Il ciclo fu trafugato nel 1996 e ritrovato nel 1998 interrato in un bosco nei pressi del paese. Le tele erano state tagliate, piegate e compresse l’una sull’altra.

    Il complesso è stranamente ignorato dalle esplorazioni sui beni artistici del territorio fino alla menzione di Anna Grelle nel suo saggio ricognitivo dell’arte lucana (2001), in cui la studiosa lo attribuisce a Lorenzo De Caro.

    Al centro della balaustra campeggiava Santa Cecilia tra Sant’Apollonia e Santa Barbara, sulle due ali si distribuivano le altre sante. Colpisce la vitalità e l’acume psicologico di queste eroine moderne, che si fa fatica a credere sante di tempi lontani. Torna in mente quanto scrisse Spinosa a proposito di De Caro delineandone la figura di petit maître del Settecento napoletano che “riuscì ad avvedersi della lezione di Gaspare Traversi da cui trasse l’attenta analisi del ‘vero psicologico’”. Il gesto naturale con cui Apollonia mostra il suo attributo iconografico, come se fosse un gioiello e non un dente brutalmente cavato dai suoi aguzzini, dissimula il martirio con una leggerezza che pone la fanciulla tra le raffinate figure della pittura mitteleuropea di stampo rocaille della seconda metà del secolo. Una “via diversa per accedere al Rococò” definì Bologna la sua eccentrica ricerca che, partendo dal Solimena neobarocco degli anni trenta, compie un balzo oltre l’accademia in cui si irrigidiva la cerchia solimenesca, puntando piuttosto al naturalismo di Traversi per approdare a un estroso barocchetto. Tra naturalismo e tipizzazione si muovono queste figure femminili spinte in avanti da un fondo carico d’ombra grazie a una fonte luminosa che le investe di toni ora lividi ora profondi. L’artista sfodera tutta la sua sapienza di scaltrito luminista attingendo alla grande tradizione pittoricista del barocco napoletano. Sant’Apollonia è la discendente mondana delle preziose sante di Cavallino ma non esisterebbe senza i baluginii smaglianti di colore solimeneschi. Il restauro delle tele ha restituito la serrata sintassi di luci e ombre colorate, la definizione timbrica delle tinte fredde, i profili affilati su cui si rapprendono filamenti luminosi. La serrata resa plastica delle forme di Sant’Apollonia si scioglie in un lievitare di materie pittoriche leggere intorno al volto di Santa Cecilia, un ritratto di rara intensità in cui è evidente l’eco delle ricerche naturalistiche traversiane immerso in un contesto pittorico libero e crepitante. Questi elementi consentono di collocare i dipinti lucani nel quinto decennio del Settecento, negli anni successivi alla realizzazione delle tele della cappella della Pietà annessa al collegio Landriani di Portici, quando lo stile del pittore si volge decisamente verso un fluire vivace di forme associato a una presa diretta del dato reale ma permane un rigore devozionale neomanierista, irrequieto e anticlassico, lontano però dagli slanci fantastici del decennio successivo.

    Agli inizi del XVIII secolo, Faustina Pignatelli, moglie di Francesco Carafa, ottenne il ducato di Tolve. Piace pensare a chi scrive che la nobildonna, scienziata ammirata da Voltaire, donna colta e indipendente, possa aver avuto un ruolo nella scelta dell’artista, sperimentatore dagli interessi illuministi, e nel programma iconografico del ciclo della cantoria, così innovativo e inusuale in un contesto provinciale e conservatore. Una galleria di figure femminili padrone del proprio destino, necessarie premesse creative del capolavoro rococò di De Caro, l’irriverente Giuditta della collezione Molinari-Pradelli di Bergamo

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima
    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Prima del restauro, Santa Cecilia

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Prima del restauro, Sant’Apollonia

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza

    Prima del restauro, Sant’Apollonia, particolare della tela allo stereomicroscopio

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza

    Prima del restauro, Sant’Apollonia, attinomiceti al microscopio ottico in luce trasmessa

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza

    Prima del restauro, Santa Cecilia, ripresa IR

    Durante
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    Durante
    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Durante il restauro, consolidamento del colore

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Durante il restauro, Sant’Apollonia, asciugatura su telaio reticolato

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Durante il restauro, pulitura del verso

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Durante il restauro, realizzazione degli inserti con ponti di filo come rinforzo

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Durante il restauro, Santa Cecilia, conclusione del risarcimento del supporto

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Durante il restauro, foderatura trasparente

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Durante il restauro, Sant’Apollonia, saggi di pulitura

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Durante il restauro, Santa Cecilia, stuccatura e trattamento delle lacune

    Dopo
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    Dopo
    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Dopo il restauro, Santa Cecilia

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Dopo il restauro, Sant’Apollonia

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Dopo il restauro, Santa Cecilia, particolare

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza, Foto Claudio Rizzi per BAD MAKER LAB di Pasquale Montemurro

    Dopo il restauro, Sant’Apollonia, particolare

    Convento di San Francesco in Tolve, Diocesi di Acerenza

    Dopo il restauro, Santa Cecilia, lettura dell’originale attraverso la trasparenza della foderatura

    Approfondimenti

    Restituzioni 2022. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (guida cartacea)

    Restituzioni 2022

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    https://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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