La pala è incentrata sulla celebrazione del santo martire Vitale, ufficiale romano convertitosi al Cristianesimo, che appare in armatura al centro dell’immagine su un possente cavallo bianco.
Egli è il difensore della fede e sembra quasi avanzare frontalmente verso l’esterno, sullo sfondo di un loggiato che si apre su un paesaggio collinare. Lo fiancheggiano da sinistra, secondo una disposizione paratattica, san Giacomo maggiore, con il bastone del pellegrino e un libro dalla copertina rossa; Giovanni Battista, avvolto in un morbido panneggio che lascia scoperta l’umile veste di peli di cammello e con in mano il piccolo agnello sacrificale. E ancora, proseguendo, santa Valeria, tradizionalmente ricordata come la moglie di Vitale, che regge la palma del martirio e, infine, san Giorgio, di profilo e con una luccicante armatura.
In alto, da una finestrella di luce, la Vergine a mezzo busto con il Bambino appare ai santi disposti sopra il loggiato: Andrea con l’enorme croce, Gervasio con la palma del martirio, Protasio con la spada e infine Pietro, con il libro chiuso, segno di un sapere già codificato.
L’interpretazione dell’opera, frutto della collaborazione tra Vittore Carpaccio e il figlio Pietro, è spesso apparsa problematica a causa di alcune incoerenze strutturali, che però non trovavano una spiegazione definita e plausibile.
Con il restauro è stato possibile risalire alla causa di questa generale incertezza stilistica: l’opera, custodita nella chiesa veneziana di San Vitale, fu oggetto di un grave rimaneggiamento settecentesco che ne ha modificato la struttura da rettangolare con l’aggiunta della parte superiore arcuata (centina), dove è stata riappiccicata la finestrella della Vergine col Bambino, precedentemente posta circa mezzo metro più in basso.
Il restauro non è stato in grado di restituire al dipinto l’aspetto originario, data la grave entità dei rimaneggiamenti subìti. Si è infatti deciso per un intervento di mantenimento, preferendolo all’avventurosa ricerca della struttura originaria della pala, non definibile oggi in termini scientifici.
L’intervento ha dunque compreso una nuova foderatura e una stiratura, necessaria a causa dei sollevamenti di colore. Successivamente è stata effettuata la pulitura, completata con interventi mirati a riequilibrare le ridipinture che coprivano le zone originali. Sono state quindi stuccate le lacune, reintegrate poi con colori ad acquerello e rifinite con colori macinati a vernice.
Il dipinto è stato infine ricoperto da un sottile film di vernice sintetica e da un ulteriore sottile velo di vernice Matt per proteggere la superficie e ottenere un’omogeneità di riflessione.
Redazione Restituzioni