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    Torna a Restituzioni 2006

    San Cristoforo, san Raffaele e Tobia

    Data: 1540-45 ca
    Artista: Bottega di Gaudenzio Ferrari, Giovan Battista della Cerva (?)
    Nascita artista: Novara?, 1515 ca
    Morte artista: Milano, 1580
    Tecnica/Materiale: Olio su tavola
    Dimensioni: 147,2 x 142,4 cm
    Provenienza: Sant’Angelo Lodigiano, chiesa di Sant’Antonio abate (distrutta)
    Collocazione: Sant’Angelo Lodigiano, chiesa dei Santi Antonio abate e Francesca Cabrini
    Edizione: Restituzioni 2006
    Autore scheda in catalogo: Cristina Quattrini
    Restauro: Cesare Beccaria Roberto Buda per il supporto ligneo
    Ente di Tutela: Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio, Varese

    Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore. (Libro di Tobia) Il potente arcangelo guaritore domina l’immagine incontrandosi con la fede semplice di Cristoforo, suggerendo una stringente analogia tra guarigione fisica e guarigione spirituale.

    Scheda breve

    Protagonista della pala è san Raffaele arcangelo che, avvolto in una veste color arancio e un morbido mantello rosato, ci sorprende con uno splendido paio di ali multicolori. Lo fiancheggiano, a sinistra, l’umile Cristoforo con il piccolo Gesù Bambino sulle spalle, con in mano la sfera celeste secondo la tipologia del Salvator mundi; a destra il giovane Tobia, associato tradizionalmente a Raffaele e al suo immancabile attributo: il grosso pesce in primo piano. I tre stanno su uno spiazzo verdeggiante, che occupa circa i tre quarti della superficie dipinta, segnato dal profilo di una città turrita che si staglia sullo sfondo azzurrino del cielo. Colpisce nell’insieme l’aspetto monumentale e massiccio delle figure, evidenziato dalla riduzione subìta dalla tela, in origine caratterizzata da uno sviluppo verticale più accentuato.

     

     

    La critica propende per assegnare l’opera non a un unico artista ma a un gruppo di collaboratori, riscontrando negli elementi di discontinuità una compresenza di mani, evidente ad esempio nel contrasto fra l’accurata resa dei volti e la sommarietà che invece caratterizza il paesaggio.

    Si tratta, di fatto, di un’opera di bottega – di quella laboriosissima bottega di Gaudenzio Ferrari – in cui risulta difficile isolare le parti autografe dagli interventi dei collaboratori. Fra questi è stata ipotizzata la presenza di Giovan Battista Della Cerva, il cui contributo sarebbe visibile nelle fisionomie di Cristoforo e Tobia e nell’utilizzo di una gamma cromatica vivace e squillante. In ogni caso, l’impostazione monumentale e la ricchezza dei panneggi riconducono l’opera sotto la supervisione del maestro, che vi lasciava quindi impresso una sorta di “marchio di fabbrica”.

     

     

    Il restauro si è rivelato assolutamente indispensabile, considerato il pessimo stato di conservazione in cui l’opera versava. Un intervento di primo Novecento aveva notevolmente danneggiato la tavola, con l’applicazione sul retro di regoli scorrevoli (parchettatura), diretti a correggere le deformazioni del supporto ligneo. Il nuovo sostegno risultava troppo rigido  per contenere i naturali movimenti del legno, causando cadute di colore e microsollevamenti.

    Si sono dunque resi necessari la rimozione della parchettatura, sostituita da un più opportuno sistema di sostegno; il risanamento delle profonde fenditure con l’inserzione di tasselli lignei; la disinfestazione del legno, attaccato dai tarli, nonché una rigorosa pulitura e un’operazione di consolidamento del colore. Si è poi proceduto con il risarcimento di alcune lacune, la reintegrazione pittorica e la verniciatura finale, in modo da restituire all’opera la sua vivace qualità cromatica e recuperare una più corretta lettura dei dettagli iconografici.

     

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima

    Particolare prima del restauro

    Particolare prima del restauro

    Particolare prima del restauro

    Prima del restauro

    Particolare prima del restauro

    Durante
    Durante

    Particolare durante il restauro

    Dopo
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    Dopo

    Dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2006

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Vicenza 2006

    Altre opere dell'edizione

    oreficeria

    Due catene da orologio (Collana di Ganimede, Collana di Perseo); Due bracciali (Collana di Patroclo, Catenella del sacrificatore)

    corredo funerario

    Gruppo di quattordici anelli e sette gemme incise

    scultura

    Altare funerario ottagonale

    scultura

    Ara funeraria con scena di banchetto

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