Il polittico è diviso in sei scomparti: uno centrale, di dimensioni maggiori, raffigura la Vergine in trono con il figlioletto in braccio; un altro, di medio formato, presenta invece il Redentore benedicente, anche lui assestato su un comodo seggio e con il globo in mano, secondo la cosiddetta tipologia del Salvator Mundi. Gli scomparti più piccoli invece presentano le figure dei santi Giovanni Battista, Giorgio, Maddalena e Marta, connotati da una precisa gestualità e dai consueti attributi iconografici: l’indice che qualifica Giovanni Battista come il “Precursore”; la palma del martirio, il drago e la lancia per Giorgio; il vasetto degli unguenti e i lunghi capelli dai riflessi rossi per Maddalena e di nuovo il drago per Marta, fornita anche del secchiello con cui si raccontava fosse riuscita a sconfiggere il terribile mostro.
Il particolare uso del colore, per nulla armonico e tonale, contrasta con le forme morbide e i lineamenti delicati che contraddistinguono le figure, facendole così risaltare rispetto allo sfondo.
Fino a un passato non troppo remoto Giampietrino era ricordato unicamente come seguace di Leonardo, venendo così associato alla stregua di tanti altri pittori che andavano a rimpolpare la galleria poco più che anonima dei cosiddetti “leonardeschi”. Un’inversione di marcia nella critica degli anni Ottanta ha riportato in auge questo gruppo di artisti, determinando un interesse per le opere di Giampietrino.
Sulla scia di questi studi il presente polittico è stato riportato, in base a raffronti stilistici, agli anni Trenta del Cinquecento. E’ stata inoltre avanzata un’ipotesi di ricostruzione dell’opera, che presenta un problema di disposizione delle tavole all’interno della cornice dorata, costrette in un ordine sfalsato rispetto all’originale, con la Vergine e le due coppie di santi separate dal Cristo Salvatore, presentato a sé stante. Tale ipotesi vedrebbe dunque in alto lo scomparto con il Salvatore in mezzo alle due sante e, in basso, la Vergine e i due santi, secondo un ordine che bilancerebbe armoniosamente le prerogative di spiritualità meditativa (Maddalena e Giovanni) e militanza attiva (Marta e Giorgio), complementari per la cultura religiosa cattolica.
Le indagini che hanno preceduto il restauro hanno evidenziato alcuni sollevamenti nella stesura del colore, oltre che una situazione complessivamente disomogenea della vernice. Ciò costituiva il frutto di passate puliture e restauri non uniformi, anche piuttosto determinanti, come quello avvenuto nel 1946, effettuato in occasione di una mostra realizzata a Lucerna.
L’ultimo intervento è stato quindi mirato a restituire una corretta riadesione al colore e al recupero delle stesure originarie, attraverso il passaggio obbligato della rimozione dello sporco superficiale, riuscendo a valorizzare la qualità cromatica, tratto saliente dell’opera.
Redazione Restituzioni