Citate nel 1884 nell’inventario allegato al testamento di Maria Brignole-Sale De Ferrari, duchessa di Galliera, come arredi della sontuosa residenza parigina dei duchi, l’Hôtel de Matignon, oggi residenza ufficiale del primo ministro francese, le quattro sculture in legno dorato giungono in proprietà civica nel 1889 con il legato della duchessa e, nel 1892, vengono esposte in Palazzo Bianco alla sua apertura al pubblico. L’attribuzione a Nicolò Traverso si deve a Caterina Marcenaro, direttore dell’Ufficio Belle Arti, all’epoca del riordinamento del museo nel 1950.
Trasferite successivamente in Palazzo Rosso, prima del restauro si presentavano in uno stato conservativo molto compromesso, che non permetteva più di leggerne la finezza di esecuzione, il trattamento diversificato delle superfici e la lucentezza dell’oro. L’intervento ha dunque mirato a restituire proprio quella peculiare politezza e levigatezza delle forme che caratterizzava queste sculture, ora nuovamente godibili nella loro sontuosità originaria anche grazie alla reintegrazione della foglia d’oro, facendo sembrare il legno scolpito un metallo prezioso. Circa la provenienza antica delle opere, la loro identificazione nei “gruppi di figure per la famiglia Cambiaso” citati da Federico Alizeri, il più importante storiografo della Genova ottocentesca, frutto della collaborazione dei due scultori Nicolò Traverso e Francesco Ravaschio, ha permesso di individuarne il committente: Michelangelo Cambiaso, poi doge della Repubblica (1791), proprietario di un palazzo in Strada Nuova (attuale via Garibaldi).
Le quattro sculture, realizzate nei primi anni settanta del Settecento, mostrano una cifra stilistica ormai neoclassica, rinnovata sui modelli d’oltralpe già in voga a Genova presso i committenti più aggiornati. La stessa scelta dei soggetti – coppie di innamorati della mitologia classica – rimanda all’antico. Le sculture in museo reggono, come in origine, quattro grandi vasi cinesi con coperchio di fine fattura, rendendo il complesso di base lignea e porcellana orientale particolarmente scenografico