Il polittico della Natività trovava posto nella chiesa dell’abbazia benedettina di Novalesa ai piedi del Moncenisio in valle di Susa e, come sembra confermare il simbolo araldico della vite che si ritrova nelle curiose colonnine dello scomparto in cui e raffigurato l’offerente in preghiera, risale verosimilmente alla committenza dei Provana di Leini, che in qualitàdi abati commendatari del cenobio realizzarono consistenti lavori nella chiesa a partire dal 1480; in particolare l’ancona sembra ricollegabile all’operato di Andrea Provana, commendatario dal 1502.
Agli inizi del XX secolo, a seguito delle trasformazioni a uso laico del complesso abbaziale, l’opera fu trasferita nella parrocchiale di Novalesa; in quell’occasione, come riferiscono le testimonianze d’archivio, stante il deterioramento di molte sue parti fu restaurata da Venceslao Bigoni; il restauratore modenese interviene anche sulla cornice monumentale con l’aggiunta di guglie e particolari decorativi, nonché di una base a scomparti a imitazione delle predelle quattrocentesche.
L’intervento di Bigoni, insieme ad altre manutenzioni non documentate, impedivano una lettura chiara dell’opera: il restauro attuale, eliminando le vernici alterate, ha riportato alla luce le cromie originali e, rimuovendo i ritocchi che coprivano antiche cadute di colore e abrasioni, ha recuperato le zone originali limitrofe e altri particolari prima nascosti da ridipinture approssimate.
Si restituisce così un’immagine che rimanda all’attività tarda di Antoine de Lonhy e a una prassi di lavoro corale condotta all’interno della bottega dell’artista, ormai anziano: se l’impianto compositivo riflette le sue invenzioni, il repertorio d’immagini è sottoposto a un processo di revisione e di aggiornamento con l’inserimento di ampie aperture paesistiche e di complicate quinte architettoniche. I collaboratori, che qui lo affiancano, si possono anche riconoscere nei dipinti murali della cappella di Santa Maria delle Grazie a Foresto di Bussoleno e nella tavola con Scene della vita di san Nicola nella sacrestia del duomo di Susa; essi tentano di traghettare la cultura figurativa del maestro verso il nuovo secolo, mentre nel Piemonte sabaudo sta comparendo la nuova bottega di Giovanni Martino Spanzotti e di Defendente Ferrari, destinata a sostituirne in breve la tradizione.
Valeria Moratti