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    Torna a Restituzioni 1994

    Piviale dei pappagalli

    Data: Secondo quarto del XIII secolo
    Artista: Manifattura siciliana
    Tecnica/Materiale: Sciamito di seta e ricami a 'punto posato' e a 'punto steso rientrato' o 'punto cinese'
    Dimensioni: 131 x 293 cm
    Collocazione: Vicenza, Chiesa di Santa Corona
    Edizione: Restituzioni 1994
    Autore scheda in catalogo: Maria Elisa Avagnina
    Restauro: Irene Tomedi
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto

    Un frammento della Croce del Cristo e di Lodovico il gran manto: ecco i doni del beato Bartolomeo alla città liberata dal tiranno

    Scheda breve

    Secondo la tradizione l’anno è il 1259. Il beato Bartolomeo da Breganze riceve in dono dal cattolicissimo Luigi IX di Francia un frammento della croce del Salvatore e un prezioso piviale, il cosiddetto “manto di S. Lodovico”. Al suo ingresso come vescovo a Vicenza, una Vicenza liberata dal tiranno Ezzelino, il beato porta con sé i due tesori per donarli alla chiesa di Santa Corona. Non esiste in realtà traccia documentaria a sostegno di questo evento, ma si sa le tradizioni hanno un passo indipendente rispetto alla materialità delle carte. Il magnifico piviale è stato confezionato in un unico telo e reca applicato sul dorso tramite bottoni uno scudo ricamato, di epoca posteriore. Il tessuto con cui è realizzato il mantello è uno sciamito di seta monocromo color cremisi, con tintura in “rosso di chermes”. Sciamito è un termine di origine greca, e identifica un tessuto di particolare struttura ad intreccio, che si caratterizza per un aspetto compatto, satinato e brillante. La zona di produzione originaria di questo tipo di tessuto è medio-orientale (tra Siria, Iran e Bisanzio), e nel tempo si è diffuso soprattutto nelle zone di dominazione islamica.

     

     

    Il manto è decorato da ricami eseguiti, per le parti metalliche, in filo laminato di argento dorato avvolto a spirale su un’anima di seta di colore naturale. Il ricamo raffigura coppie di pappagalli attorniati da motivi geometrici e infiorescenze stilizzate. La scelta iconografica, con i pappagalli che rinviano ad una simbologia regale, pare indicare un’originaria destinazione profana, non religiosa né liturgica. La critica è concorde nel ritenere il tessuto opera di fattura siculo-musulmana del sec. XIII, probabilmente a Palermo nella manifattura regia del Tiraz. Lo scudo aggiunto in epoca posteriore (probabilmente tra la seconda metà del XIV e gli inizi del XV sec.) rappresenta i santi Domenico, Aloisio e Dionigi come confermato dai nomi ricamati sotto. Eppure i dati dell’iconografia religiosa più nota sono contrastanti: da questo punto di vista infatti al centro sarebbe identificabile, sorretta da angeli, santa Maria Maddalena o santa Maria Egiziaca.

     

     

    Il piviale era alquanto rimaneggiato e molto degradato nella struttura del tessuto, con lacerazioni e mancanze in più punti. L’intervento ha avuto inizio con la rimozione della fodera di seta apposta sul retro e con l’eliminazione della passamaneria con frange che profilava i bordi. Il piviale è stato liberato da una seconda fodera interna, che rappresentava uno dei fattori di degrado del tessuto. Dopo opportune analisi, il piviale è stato sottoposto a lavaggio a tampone entro un’apposita vasca piana con un detergente neutro (hostaphon), poi asportato mediante ripetuti risciacqui con acqua demineralizzata. Si è infine proceduto all’operazione delicata e laboriosa del risarcimento delle lacerazioni e delle mancanze, effettuata applicando dal retro un tessuto nuovo, adeguato per struttura e colore a quello originale. Lo scudo è stato sottoposto a lavaggio nel modo descritto per il piviale.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro, particolare

    Prima del restauro, particolare

    Prima del restauro, particolare

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, particolare

    Dopo il restauro, particolare

    Approfondimenti

    Restituzioni '94

    Opere restaurate, a cura di Fernando Rigon, Vicenza 1994

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    vetri

    Reperti archeologici romani in vetro

    arredi e suppellettili

    Base tripode di candelabro

    scultura

    Doppia erma femminile (Igea?)

    oreficeria

    Oggetti liturgici medievali in argento - Calamaio, ora vaso crismale

    Orefice bizantino

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