Il prezioso manufatto tessile medievale, che trova in questa sede la sua presentazione, fu scoperto in modo del tutto casuale a Lanciano in provincia di Chieti nel gennaio 2014, occultato all’interno di un foro del paramento interno della torre detta ‘della Candelora’, un tempo antico campanile della chiesa di San Giovanni Battista demolita nel 1948 a seguito di interventi di sistemazione urbanistica di alcune zone del centro storico.
La veste liturgica, identificata come casula, si presenta invece nella tipica foggia della pianeta ‘romana’, conosciuta in Italia fin dal Medioevo come evoluzione della poenula a campana: più corta ai lati, meno maestosa, piu comoda e pratica, come attestano peraltro non solo la forma ma anche il particolare e agevole taglio delle spalle. Confezionato presumibilmente intorno alla meta del XV secolo, l’indumento sacerdotale utilizza tuttavia materiali tessili di reimpiego piu antichi: un sontuoso e sfavillante tessuto del XIV secolo e una croce figurata a ricamo recuperata dalla scomposizione di un paliotto o dalla bordura di un piviale, risalente al primo decennio del XV secolo.
Di notevole interesse e soprattutto il raro lampasso a due trame lanciate, broccato, di colore azzurro (originariamente blu indaco) e giallo chiaro, nato quasi certamente come tessuto profano per una committenza di elevatissimo rango. Il motivo decorativo a bande orizzontali presenta nella balza principale un tralcio d’acanto che si piega in due sinuosi girali. In quello inferiore un cerbiatto, spolinato d’oro, tenta di divincolarsi dagli arbusti in cui si e impigliato mentre un cane da caccia, all’esterno, e in appostamento dell’animale selvatico. La balza inferiore, piu piccola, e ornata da dischi con una scritta calligrafica cufica alternati a un rapace identificato con un’aquila o un falcone. Sul retro dell’abito e collocata, invece, la croce figurata costituita da una striscia di lino dove sono stati ricamati a punto catenella con filati in oro membranaceo e sete policrome dodici busti di santi, apostoli e profeti entro cornici polilobate.
Le ricerche, ancora in corso, presso l’archivio storico diocesano di Lanciano, non hanno consentito di recuperare – per il momento – ulteriori informazioni sulle vicende storiche del manufatto tessile. Uno dei più antichi inventari della chiesa di San Giovanni Battista, stilato nel 1600, non fa menzione del paramento sacro. Tra i numerosi arredi, infatti, vengono elencati: ≪[…], due croci grosse c[um] statuette d’arg[ento] indorato n. 2, uno calice grosso c[um] statuette et altri lavori antichi c[um] la sua patena similm[ente] grande d’arg[ento] finiss[i]mo, […], una pianeta di mezzo damasco bianco e rossa nova, un’altra pianeta bianco di damasco usata, una pianeta di velluto rosso usata, una verde di damasco usata, un’altra violacea di mezzo raso, un’altra negra nova di moccaiole, […], un parato a Sant’Anna pittato, due parati per l’altare maggiore pittati, […]≫ (Archivio Storico Diocesano di Lanciano, Parrocchie e Chiese, San Giovanni Battista, V E, fasc. 2, Nota di stabili e censi della Parrocchial Chiesa di S[an] Gio[vanni] B[attista], f. 4). Come si vede, nell’inventario non vi e alcuna traccia della pianeta che, per il suo inusuale colore azzurro-blu, era riservata esclusivamente alle feste mariane, all’Ascensione del Signore e alla solennita di Tutti i Santi: segno evidente che gia agli inizi del XVII secolo l’antico tessile non figurava piu nella dotazione della sagrestia, dismesso, non solo per le precarie condizioni strutturali ma, soprattutto, perchè fuori moda e non più in linea con le direttive espresse dalla Riforma cattolica in materia di liturgia e di suppellettile sacra.
Grazie al meticoloso e prudente restauro, eseguito da Tiziana Benzi dello Studio restauro conservazione tessile di Piacenza, sotto la direzione di Lucia Arbace, la veste liturgica, recuperata in uno stato di conservazione davvero precario, ha riguadagnato la sua consistenza materica e l’originale, aulico splendore, offuscato dal tempo. Nuovamente leggibile nella raffinatezza dei disegni, nelle strepitose vibrazioni delle sete, nelle intensita delle trame d’oro, nell’originalita dei ricami, la pianeta di Lanciano si pone come una delle scoperte più interessanti e suggestive degli ultimi anni nell’ambito delle arti tessili medievali.
Giovanni Villano