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    Mosaico del vestibolo della domus di via Dogana a Faenza

    Data: V secolo d.C.
    Artista: Arte tardoantica
    Tecnica/Materiale: mosaico policromo
    Dimensioni: 700 × 500 cm
    Provenienza: Faenza, via Dogana, scavo 1971-1972
    Collocazione: Ravenna, Classis Ravenna - Museo della Città e del Territorio
    Edizione: Restituzioni 2022
    Autore scheda in catalogo: Massimo Sericola
    Restauro: Paola Perpignani (RavennAntica), Filippo Bandini (RavennAntica), Agnese Franzoni (tesista Università di Bologna), Elena Sagripanti (tesista Università di Bologna) e gli studenti della LMCU in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali Università di Bologna, campus Ravenna, negli anni accademici 2018/2019, 2019/2020, PFP1
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini

    Opera restaurata da Paola Perpignani (RavennAntica), Filippo Bandini (RavennAntica), Agnese Franzoni (tesista Università di Bologna), Elena Sagripanti (tesista Università di Bologna) e gli studenti della LMCU in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali Università di Bologna, campus Ravenna, negli anni accademici 2018/2019, 2019/2020, PFP1, con la direzione di Massimo Sericola (funzionario archeologo), Elena Cristoferi (funzionario restauratore conservatore) (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini)

    Scheda breve

    Dopo il periodo di ricchezza dell’età imperiale e la crisi del III-IV secolo, la città di Faenza vede un rinnovamento del proprio apparato edilizio tra il V e il VI secolo, in corrispondenza con l’elezione di Ravenna a capitale imperiale.

    I funzionari della corte, presenti nelle città intorno alla sede imperiale, si insediano in domus precedenti o edificate ex novo, rinnovandone l’apparato strutturale e decorativo con l’utilizzo di materiali locali e, talvolta, con l’inserimento di preziosi materiali orientali.

    In questo quadro si inserisce l’edificio individuato in via Dogana nel 1971-1972, di cui sono stati scavati diversi ambienti connessi alla zona di rappresentanza della casa, tutti caratterizzati da ricchi ed elaborati pavimenti a mosaico, con decorazioni policrome geometriche o figurate.

    Il più interessante tra questi è certamente il vestibolo, che presenta pavimentazione figurata con diversi soggetti.

    All’interno di un ambiente rettangolare, il pavimento era originariamente costituito da venti quadrati minori, circondanti uno centrale di dimensioni maggiori.

    Nei sedici riquadri conservati sono raffigurati una figura femminile seduta su un delfino, tre figure femminili stanti e una seduta su un trono, quattro uomini adulti e cinque soldati, ma il pannello di maggior interesse risulta quello centrale.

    Al centro è un giovane ignudo seduto su un seggio con ai lati due soldati: ai suoi piedi sono una corazza e due scudi sovrapposti.

    A destra del personaggio centrale è raffigurato un personaggio femminile e a sinistra una figura di vecchio stante, appoggiato a un bastone, con abiti di tipo orientale caratterizzati da una notevole policromia, in contrasto con gli altri personaggi.

    La scena, inizialmente interpretata come apoteosi imperiale, al momento sembra più probabilmente riferibile al mito di Achille, molto in voga a partire dal III secolo.

    Il personaggio femminile può essere interpretato come Briseide, mentre il vecchio può essere identificato come il re Priamo, venuto a richiedere il corpo del morto Ettore; la Nereide sul delfino rappresenterebbe Teti, la madre dell’eroe.

    Il tema figurativo, noto tra le élite del tempo, lascia supporre che il proprietario fosse un uomo di cultura classica, appartenente alla classe dei funzionari della corte imperiale, e che il mosaico si possa datare entro la metà del V secolo. Il restauro effettuato ha consentito il raggiungimento di diversi obiettivi. Innanzitutto la possibilità di leggere il pavimento musivo nella sua interezza, ripristinando posizioni e rapporti tra le scene figurate rappresentate. Oltre a ciò, la restituzione dello schema compositivo attraverso un intervento dettagliato ha permesso la puntuale individuazione e comprensione dei materiali costitutivi e delle tecniche esecutive del mosaico. In ultimo, la rimozione dei prodotti precedentemente applicati sulle superfici ha riportato alla luce le cromie originali delle tessere. Il risultato finale è stato la restituzione della lettura completa dell’apparato iconografico nella sua configurazione originale, finalizzata alla valorizzazione e fruizione di un importantissimo reperto archeologico della città di Faenza.

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima
    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Prima del restauro, Faenza, deposito di palazzo Mazzolani, 2005

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Prima del restauro, lacuna centrale, antecedente all’integrazione

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Prima del restauro, lacuna centrale, studio preliminare

    Durante
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    Durante
    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Durante il restauro, lacuna centrale, integrazione a tessere incise

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Durante il restauro, lacuna centrale, ritocco pittorico delle tessere incise

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Durante il restauro, lacuna centrale, particolare del ritocco pittorico delle tessere incise

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Durante il restauro, rimozione meccanica dei depositi coerenti dalla superficie musiva

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    Durante il restauro

    Dopo
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    Dopo
    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro, particolare dell’emblema centrale

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro, particolare di Achille

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro, particolare di re Priamo

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro, particolare
    della Nereide

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro, riquadro con Nereide

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro, riquadro con soldato

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro, riquadro con soldato

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro, particolare di re Priamo

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro particolare di un soldato

    Foto Laboratorio di Restauro - Fondazione Parco Archeologico di Classe - RavennAntica

    Dopo il restauro, particolare di Achille

    Approfondimenti

    Restituzioni 2022. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (guida cartacea)

    Restituzioni 2022

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    https://restituzioni.com
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