La documentazione conservata nell’archivio dell’arciconfraternita dell’Assunta ha consentito di datare con notevole approssimazione, tra il 1719 e il 1723, la realizzazione della coppia di mazze pastorali di cui viene esposto in mostra un esemplare. È ancora di spirito pienamente seicentesco la figura della Vergine, debitrice delle Assunte di Pierre Puget e di Domenico Piola. Il punzone «LC» impresso, accanto al marchio genovese della «Torretta», sul manto della figura va riferito con buona probabilità all’argentiere Lorenzo Conforto, esponente di una bottega di cui si può ricostruire l’attività a partire dal 1672.
La collocazione dei due pezzi all’inizio del Settecento (e non alla metà o addirittura alla fine di quel secolo, come in precedenza si era ritenuto) è suggerita, oltretutto, da considerazioni squisitamente stilistiche e resta agevolata dal confronto con pezzi di sicura datazione.
Nel 1793 le due mazze erano già state sottoposte a un intervento di “ristoro” affidato a Giovan Battista Torre; cinque anni dopo, nel corso della requisizione degli argenti sacri ordinata, in pieno clima rivoluzionario, dalla Repubblica Ligure, potevano essere riscattate dai confratelli dell’oratorio. Il restauro affidato a Francesca Olcese nel 2019 si è esteso alla mazza gemella di quella esposta, così da attenuare sulla sua superficie gli effetti di un vecchio e incongruo “bagno d’argento”.