I reperti in bronzo oggetto dell’intervento di restauro nell’ambito del progetto Restituzioni fanno parte del corredo della tomba 78 di contrada Purgatorio a Rutigliano, scoperta nell’aprile del 1977 all’interno di un’estesa area di necropoli che costituisce, per la quantità e la qualità degli oggetti rinvenuti, una testimonianza eccezionale nell’ambito del territorio dell’antica Peucezia.
Il vasellame metallico sottoposto a restauro rappresenta, per tipologia e per caratteristiche tecniche, un insieme di particolare pregio e di grande interesse storico-archeologico, riferibile, per alcuni esemplari, alle migliori produzioni bronzistiche greche e magnogreche, per altri, a officine di ambito indigeno. I tre oggetti in bronzo, con superfici delle lamine realizzate a martellatura e con anse e piedi ottenuti a fusione, costituiscono inoltre un campione significativo del vasellame metallico esibito nella sepoltura in associazione a un sontuoso servizio da banchetto, composto da un grandioso cratere a volute attico a figure rosse e da ceramiche di importazione greca e di tradizione indigena, che permettono di datare il contesto nella seconda metà del V secolo a.C.
I depositi terrosi frammisti ai prodotti dei processi di mineralizzazione subiti dalla lega di rame durante il lungo periodo di interramento avevano provocato la parziale alterazione dell’aspetto delle superfici, mentre strati eterogenei d’ossidazione formatisi sul metallo e le numerose ed estese lacune, rischiavano di comprometterne definitivamente la conservazione. Le operazioni di ricomposizione e di integrazione dei manufatti hanno conferito maggiore stabilita agli oggetti, oltre a migliorarne la lettura e l’aspetto estetico. Nel caso dell’oinochoe, e stato inoltre messo a punto uno speciale supporto interno, studiato al fine di restituire la verticalita dell’oggetto, compromessa dal peso dell’ansa e del piede.
Laura Masiello