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    Torna a Restituzioni 2016

    Manufatti metallici

    Data: Seconda metà del V secolo a.C.
    Tecnica/Materiale: Bronzo, piombo; lavorazione a martellatura e a fusione
    Dimensioni: 14 cm, diam. piede 9,5 cm; phiale con manico antropomorfo: lungh. 57,4 cm, alt. 5 cm, diam. orlo 31,4 cm; podanipter con base tripode: alt. 8,3 cm, diam. orlo 35,9 cm
    Provenienza: Rutigliano (Bari), contrada Purgatorio, proprietà N. Didonna, tomba 78 del 22 aprile 1977
    Collocazione: Taranto, magazzini della Soprintendenza Archeologia della Puglia (invv. 165360, 165372, 165389)
    Edizione: Restituzioni 2016
    Autore scheda in catalogo: Laura Masiello
    Restauro: Alessandro Ferradini, Antonio Giglio (Consorzio Kavaklik Restauro, Roma) con la direzione di Laura Masiello
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia della Puglia

    Opere restaurate da Alessandro Ferradini, Antonio Giglio (Consorzio Kavaklik Restauro, Roma) con la direzione di Laura Masiello

    Scheda breve

    I reperti in bronzo oggetto dell’intervento di restauro nell’ambito del progetto Restituzioni fanno parte del corredo della tomba 78 di contrada Purgatorio a Rutigliano, scoperta nell’aprile del 1977 all’interno di un’estesa area di necropoli che costituisce, per la quantità e la qualità degli oggetti rinvenuti, una testimonianza eccezionale nell’ambito del territorio dell’antica Peucezia.

    Il vasellame metallico sottoposto a restauro rappresenta, per tipologia e per caratteristiche tecniche, un insieme di particolare pregio e di grande interesse storico-archeologico, riferibile, per alcuni esemplari, alle migliori produzioni bronzistiche greche e magnogreche, per altri, a officine di ambito indigeno. I tre oggetti in bronzo, con superfici delle lamine realizzate a martellatura e con anse e piedi ottenuti a fusione, costituiscono inoltre un campione significativo del vasellame metallico esibito nella sepoltura in associazione a un sontuoso servizio da banchetto, composto da un grandioso cratere a volute attico a figure rosse e da ceramiche di importazione greca e di tradizione indigena, che permettono di datare il contesto nella seconda metà del V secolo a.C.

    I depositi terrosi frammisti ai prodotti dei processi di mineralizzazione subiti dalla lega di rame durante il lungo periodo di interramento avevano provocato la parziale alterazione dell’aspetto delle superfici, mentre strati eterogenei d’ossidazione formatisi sul metallo e le numerose ed estese lacune, rischiavano di comprometterne definitivamente la conservazione. Le operazioni di ricomposizione e di integrazione dei manufatti hanno conferito maggiore stabilita agli oggetti, oltre a migliorarne la lettura e l’aspetto estetico. Nel caso dell’oinochoe, e stato inoltre messo a punto uno speciale supporto interno, studiato al fine di restituire la verticalita dell’oggetto, compromessa dal peso dell’ansa e del piede.

    Laura Masiello

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima

    Prima del restauro

    Prima del restauro, oinochoe

    Prima del restauro, podanipter con base tripode staccata dal fondo

    Prima del restauro, oinochoe

    Durante
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    Durante

    Durante il restauro, particolare del podanipter, integrazioni

    Durante il restauro, oinochoe, assemblaggio dei frammenti

    Durante il restauro, oinochoe, controforma in cera per l’integrazione della lacuna

    Durante il restauro, oinochoe, montaggio del supporto interno

    Durante il restauro, phiale, integrazioni

    Dopo
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro, oinochoe

    Dopo il restauro, phiale e manico antropomorfo

    Dopo il restauro, podanipter con base tripode

    Approfondimenti

    Restituzioni 2016

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (PDF online)

    Restituzioni 2016. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Venezia 2016 (guida cartacea)

    Relazione di restauro

    Scheda storico-artistica dal catalogo

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Statua naofora di Amenmes e Reshpu

    scultura

    Bronzetti egizi da collezione

    scultura

    Giovane cavaliere (Dioscuro?) sorretto da una sfinge, detto ‘Cavaliere Marafioti’

    Mosaico pavimentale con emblema detto ‘dei pugili’

    https://restituzioni.com
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