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    Torna a Restituzioni 2022

    Madonna con Gesù Bambino

    Data: 1485-1490
    Artista: Giovanni de Fondulis
    Nascita artista: Crema, 1435 ca
    Morte artista: Padova, ante 1491
    Tecnica/Materiale: terracotta policroma
    Dimensioni: 47×89×17 cm
    Provenienza: Padova, monastero della Visitazione Santa Maria
    Collocazione: Padova, Museo Diocesano (inv. NA003)
    Edizione: Restituzioni 2022
    Autore scheda in catalogo: Andrea Nante
    Restauro: Arlango Restauro e Conservazione Beni Culturali
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso

    Opera restaurata da Arlango Restauro e Conservazione Beni Culturali con la direzione di Monica Pregnolato (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso); Andrea Nante, Carlo Cavalli (Museo Diocesano di Padova)

    Scheda breve

    L’altorilievo si conserva al Museo Diocesano di Padova dal 2014, quando le monache visitandine padovane lasciarono il monastero in Riviera San Benedetto, dov’era custodito e venerato. Della Madonna del grappolo, a eccezione di qualche nota delle monache, non esiste documentazione certa. Secondo recenti studi, la terracotta venne donata, per le sue proprietà miracolose, da privati alle clarisse di Santa Chiara in Padova. L’avrebbe poi portata a San Benedetto la madre vicaria Maria Luigia Marchetti, accolta nella comunità dopo la soppressione del convento francescano.

    In un’epoca imprecisata l’opera subì gravi danni con la perdita della porzione inferiore del manto della Vergine, della gamba esterna del Bambino e forse del supporto (cuscino o parapetto) sul quale poggiava i piedi (anch’essi perduti), nonché la rottura delle teste all’altezza del collo. Un primo intervento riparatore precedette quello più invasivo (nell’Ottocento), con la trasformazione dell’immagine a figura intera, destinata a un altare. Vennero aggiunte la parte inferiore del corpo della Vergine, fino ai piedi, e la gamba sinistra del Bambino: integrazioni in legno innestate su un riempimento della parte cava retrostante, armonizzate poi con una stesura policromatica su tutto il rilievo. Interventi che sono stati rimossi con l’attuale restauro, riportando la scultura allo stato “frammentario” e recuperandone quindi l’autenticità di forma e colore (le poche tracce di policromia originaria poste sulla parte superiore suggeriscono una sua probabile collocazione esterna in un’edicola o nicchia). Avvolta in un manto leggero che le copre il capo e chiuso sul petto, la Madonna sorregge il Figlio con la mano sinistra, trattenendolo con la destra e avvicinandolo a sé delicatamente. Il Bambino, eretto, con la mano destra scosta con naturalezza un lembo del manto; con la sinistra regge un grappolo d’uva, simbolo della sua futura Passione.

    Confronti con alcune Madonne simili dal punto di vista iconografico hanno permesso agli studiosi di assegnare l’opera inedita alla tarda attività di Giovanni de Fondulis (plasticatore cremasco a Padova tra il 1468 e il 1491), caratterizzata da un “naturalismo sobrio e composto”. Il trattamento plastico delle vesti, il viso florido di entrambe le figure con il sottomento pronunciato, i capelli a grosse ciocche svirgolate del Bambino, le mani carnose, e in particolare la flessuosità di quella destra della Madre, si ritrovano in altre opere del suo catalogo. Il rilievo è stato oggetto di uno studio approfondito nell’ambito del progetto della diocesi di Padova Mi sta a cuore. Sculture in terracotta del Rinascimento (2018-2020), che ha visto la collaborazione del CIBA (Università degli Studi di Padova) e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le Province di Belluno, Padova e Treviso, insieme ad altre tre opere: Il Compianto su Cristo morto (ambito di Bartolomeo Bellano, nono decennio del XV secolo) chiesa di San Pietro in Padova (restauro di Raffaela Portieri); la Madonna con il Bambino in trono (Giovanni de Fondulis, 1468-1470 ca), chiesa di San Nicolò in Padova (restauro di Beatrice Falconi); la Madonna con il Bambino in trono (Giovanni de Fondulis, 1474 ca) chiesa della Natività della Beata Vergine Maria di Pozzonovo (restauro di Giordano Passarella)

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima
    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Prima del restauro

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Prima del restauro

    Durante
    Visualizza più foto Visualizza meno foto
    Durante
    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Durante il restauro, primi saggi di pulitura

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Durante il restauro, primi saggi di pulitura

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Durante il restauro, pulitura

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Durante il restauro, pulitura

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Durante il restauro, pulitura

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Durante il restauro, immagine al
    microscopio digitale (40X) dei resti
    di policromia più antichi

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Durante il restauro, fase
    di lavorazione

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Durante il restauro, stuccature

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Egidio Arlango

    Durante il restauro, TAC al laboratorio

    Dopo
    Dopo
    © Museo Diocesano, Padova, foto di Mauro Magliani e Marco Furio Magliani, Padova

    Dopo il restauro

    © Museo Diocesano, Padova, foto di Mauro Magliani e Marco Furio Magliani, Padova

    Dopo il restauro, particolare

    Approfondimenti

    Restituzioni 2022. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (guida cartacea)

    Restituzioni 2022

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    https://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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