Dioniso ha un volto di giovinetto, dall’ovale preciso, con la bocca aperta e gli occhi dalla pupilla profonda, segnata da due fori decentrati e asimmetrici. Una scriminatura centrale divide la folta chioma in ciocche ondulate lavorate a bassorilievo, mentre una benda e un ramoscello d’edera adorno di fiori (corimbi) e di foglie cuoriformi cinge la fronte. Il Satiro invece è ritratto con il tipico sorriso tra beffardo e maligno, gli occhi scavati, le sopracciglia prominenti, le corna ricurve, e il caratteristico prognatismo della bocca e del mento. La fronte è cinta con una benda analoga a quella di Dioniso, mentre tra un ciuffo di capelli e l’altro spuntano le orecchie appuntite, la sinistra rilevata, la destra a bassorilievo. L’intera composizione è costruita con un’accurata e minuziosa lavorazione al trapano che mira a ottenere effetti marcati di chiaroscuro.
La lastra, uno dei prodotti più colti e raffinati di questa classe tipologica, è databile al pieno I secolo d.C. Ci è giunta non solo pesantemente lacunosa lungo le estremità, ma di fatto anche spezzata in due parti, che separano nettamente i soggetti. La frattura è all’origine di un piccolo giallo. Il frammento con la testa di Satiro venne scoperto casualmente da sconosciuti di fronte al Museo di Altino nel 1967, mentre il secondo pezzo fu acquistato dallo Stato nel 1973 da un privato. Solo intorno agli anni Ottanta una felice intuizione consentì di riunire le due parti. La frattura, originata da un preciso colpo di scalpello, è però recente, tanto da far presumere che la lastra sia stata rinvenuta intera e solo in seguito spezzata.
Numerose sono le testimonianze che confermano l’utilizzo di lastre dionisiache o teatrali con funzione votiva da parte di attori o coreghi (direttori del coro). Tale significato tuttavia si perse in età ellenistica prima, e romana poi, quando questi supporti assunsero un valore puramente decorativo per l’arredo di orti e giardini.
Individuato mediante petrografia il marmo lunense, si è proceduto alla campionatura dei depositi che ricoprivano in modo disomogeneo le superfici, soprattutto lungo il profilo esterno di Dioniso e sui capelli del Satiro. Gli ultrasuoni, il bisturi e, a seconda delle zone coinvolte, gli impacchi di polpa di carta in soluzione acquosa di bicarbonato d’ammonio, si sono rivelati utili per la rimozione dei prodotti deturpanti. È stato poi effettuato il distacco delle due parti, la pulitura delle superfici di frattura e la ricongiunzione mediante adesivo epossidico. Si è inoltre integrata la lacuna presente nel settore inferiore della lastra.
Redazione Restituzioni