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    Torna a Restituzioni 2006

    Lampada in cristallo di rocca

    Data: IX-X secolo
    Artista: Manifattura bizantina
    Tecnica/Materiale: Cristallo di rocca, argento dorato
    Dimensioni: 5,5 x 31,1 x 17,7 cm
    Provenienza: Ignota
    Collocazione: Venezia, Basilica di San Marco, Tesoro (inv. 84)
    Edizione: Restituzioni 2006
    Autore scheda in catalogo: Maurizia De Min
    Restauro: Corinna Mattiello
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto

    Talvolta si vede un pesce che porta un naviglio sulla schiena o che lo rimorchia: è Cristo che conduce la Chiesa (E. Urech) Due potenti simboli della cristianità, il pesce per Gesù e l’imbarcazione per l’Ecclesia, plasmati dalla trasparenza del cristallo, confondono le loro forme nel perimetro di un elegante lampada bizantina

    Scheda breve

    Il manufatto, ricavato da un unico blocco di cristallo, svolgeva la funzione di lampada: lo attesta la presenza, lungo il bordo, di nove fori destinati a sostenere dei porta ceri e, alle estremità, di due coppie di occhielli in argento dorato, funzionali alla sospensione. La lampada è del tutto priva di decorazione, ha pareti molto spesse e presenta una singolare stilizzazione della forma, di difficile lettura: gli studiosi vi hanno riconosciuto ora la figura di un pesce, ora di una navicella.

     

     

    Ciò che differenzia la nostra lampada da molti oggetti in cristallo o in vetro più o meno coevi e anch’essi appartenenti al Tesoro della Basilica veneziana di San Marco, è la mancanza di motivi decorativi: la contraddistingue, infatti, un’elegante linearità. Altre peculiarità del pezzo sono lo spessore piuttosto accentuato e, soprattutto, la straordinaria essenzialità della forma: essa richiama la sagoma di un pesce o di una nave o, forse, una schematica fusione delle due iconografie, entrambe a forte valenza simbolica nell’ideologia religiosa cristiana (il pesce allude alla figura di Cristo, la nave a quella della Chiesa).

    L’oggetto, per le sue insolite caratteristiche che lo rendono “enigmatico ”, è difficilmente collocabile da un punto di vista cronologico e geografico. Partendo da considerazioni tecnico-stilistiche, l’ipotesi più probabile assegna la lampada a botteghe bizantine di intagliatori operanti tra il IX-X e l’XI secolo. Da un’analisi delle suppellettili da illuminazione utilizzate sia in oriente che in occidente dall’età tardoantica fino a quella medievale, emerge un dato che conforta l’ipotesi di datazione proposta: ovvero la diffusione, a partire dai primi secoli del Medioevo, di lampade con montature o fori lungo l’orlo per l’illuminazione a ceri o a singoli lumi, come il pezzo in esame.

     

     

    Il restauro è consistito nella rimozione dei depositi di polvere dalle superfici, utilizzando tamponi di cotone imbevuti di solventi organici, acqua deionizzata e tensioattivo. Anche gli occhielli d’argento sono stati sottoposti a pulitura: le sostanze grasse e cerose sono state eliminate con tamponi imbevuti di trielina e acetone; lo spesso strato di solfuri d’argento, che provocava scurimento, è stato asportato impiegando alcol e bicarbonato di sodio o carbonato di calcio in polvere finissima. Dopo i lavaggi con acqua deionizzata per togliere le tracce dei prodotti utilizzati, le superfici sono state disidratate con bagni alternati in alcol e acetone. Infine sugli occhielli è stata applicata resina nitrocellulosica come protettivo.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni 2006

    Tesori d'arte restaurati, a cura di Carlo Bertelli, Vicenza 2006

    Altre opere dell'edizione

    oreficeria

    Due catene da orologio (Collana di Ganimede, Collana di Perseo); Due bracciali (Collana di Patroclo, Catenella del sacrificatore)

    corredo funerario

    Gruppo di quattordici anelli e sette gemme incise

    scultura

    Altare funerario ottagonale

    scultura

    Ara funeraria con scena di banchetto

    https://restituzioni.com
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