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    La Trasfigurazione

    Data: 1478-1479
    Artista: Giovanni Bellini
    Nascita artista: Venezia, 1430 ca
    Morte artista: Venezia, 1516
    Tecnica/Materiale: olio su tavola
    Dimensioni: 117 × 149,7 cm
    Provenienza: Vicenza, cattedrale, cappella Fioccardo, fino al 1613 (?); Roma, palazzo Farnese, ante 1644; Parma, Palazzo del Giardino, ante 1680; Parma, Ducale Galleria, ante 1708 e fino al 1734; Napoli, palazzo di Capodimonte, post 1734 e fino al 1799; Roma, depositi francesi, 1799; Napoli, Galleria di Francavilla, 1801-1806; Palermo, collezioni borboniche, 1806-1815; Napoli, palazzo degli Studi, entro 1816, poi Real Museo Borbonico, Museo Nazionale, fino al 1957; Napoli, Museo di Capodimonte, dal 1957
    Collocazione: Napoli, Museo e Real Bosco di Capodimonte (inv. Q 56)
    Edizione: Restituzioni 2022
    Autore scheda in catalogo: Alessandra Rullo, Angela Cerasuolo
    Restauro: Angela Cerasuolo (superficie pittorica), Roberto Buda (supporto)
    Ente di Tutela: Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli

    Opera restaurata da Angela Cerasuolo (superficie pittorica), Roberto Buda (supporto), con la direzione di Angela Cerasuolo, Alessandra Rullo (Museo e Real Bosco di Capodimonte di Napoli)

    Scheda breve

    La Trasfigurazione di Giovanni Bellini fa parte della collezione Farnese che, conservata prima a Roma, poi a Parma, giunge infine a Napoli nel 1734 con Carlo di Borbone. Non si conosce la destinazione originaria della tavola, ma la critica è orientata a identificarla con la “bellissima pittura” di Bellini che il Barbarano ricordava nella cappella Fioccardo del duomo di Vicenza. L’episodio evangelico rappresenta sia il riconoscimento di Gesù come Figlio di Dio sia la continuità con l’Antico Testamento. La sua raffigurazione diviene un soggetto a sé stante per le pale d’altare in seguito alla proclamazione nel 1457 da parte di papa Callisto III della Trasfigurazione come festa della Chiesa universale, a seguito della vittoria dell’esercito cristiano sui turchi, il 6 agosto 1456.

    Nella personale interpretazione degli elementi canonici dell’episodio l’artista inserisce una serie di riferimenti legati probabilmente alla committenza: i monumenti ravennati sullo sfondo, il Mausoleo di Teodorico e la chiesa di Sant’Apollinare in Classe, sono legati al cardinale veneziano Giovanni Battista Zen, vescovo di Vicenza e forse tramite fra l’artista e i Fioccardo. Il richiamo a Ravenna è anche iconografico: Cristo si presenta non in conversazione con i profeti ma nella posa orante, che sembra riprendere il sant’Apollinare del mosaico bizantino. Il paesaggio gioca un ruolo chiave, emozionale per la narrazione e simbolico per la metafora della presenza di Dio, evocato nelle nuvole temporalesche e in ogni elemento che diviene partecipe del messaggio salvifico della morte e Resurrezione di Cristo.

    La storia conservativa ha lasciato le sue tracce sul dipinto: la ridipintura ottocentesca della testa di san Pietro, che il restauratore Achille Fiore vantava di aver “supplito”, è tuttora presente e non è stata rimossa poiché occupa un’estesa abrasione del colore originale. Pur con alcuni danni, tuttavia, l’opera conserva la ricchezza cromatica che deriva da un’esecuzione raffinatissima e sapiente. Le indagini hanno evidenziato il disegno preparatorio a pennello che definisce ogni elemento della composizione; l’area del prato che circonda le figure è resa con lievissime velature stese su uno strato preparatorio verde chiaro spesso e coprente in cui al legante oleoso è stato aggiunto rosso d’uovo. I materiali pittorici rivelano la tensione a evocare la trascendenza dell’evento sacro e al tempo stesso rendere reale e tangibile la scena rappresentata. Il biancore delle vesti di Cristo è modulato unendo alla biacca minime quantità di lacca rossa per la veste, di stibnite – minerale nero dai riflessi metallici – per il tono azzurrino del manto. Le rocce sono rese con mescolanze di colori contrastanti che conferiscono alle ombre un tono ora verdastro, ora rosato. Sul cielo luminoso di blu lapislazzuli si addensa una nube composta da azzurrite: è la nube di cui parlano i Vangeli, che compare avvolgendo con la sua ombra e da cui giunge la voce di Dio Padre. L’oro, infine, è usato nell’aureola di Cristo, a simboleggiare la luce divina, su un alone luminoso dipinto con una velatura di colore ambrato.

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima
    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Prima del restauro

    Durante
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    Durante
    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Durante il restauro, particolare

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Durante il restauro, macrofotografia

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Durante il restauro, pulitura,
    particolare

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Durante il restauro, particolare
    durante la pulitura in fluorescenza UV

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Durante il restauro, insieme dopo la pulitura

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Durante il restauro, pulitura,
    particolare del cielo

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Durante il restauro, pulitura,
    particolare in cui si evidenziano le aree abrase

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Durante il restauro, microfotografia della sezione stratigrafica in cui si
    evidenzia la stesura preparatoria verde contenente biacca con giallorino e inclusi verdi a base di rame

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Durante il restauro, pulitura,
    particolare

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

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    particolare

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    Durante il restauro

    Dopo
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    Dopo il restauro

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    Dopo il restauro, particolari

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    Dopo il restauro, particolari

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Dopo il restauro, particolari

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Dopo il restauro, particolari

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Dopo il restauro, particolare

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Dopo il restauro, particolare

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Dopo il restauro, particolare

    Per gentile concessione del Mic - Museo e Real Bosco di Capodimonte

    Dopo il restauro, particolare

    Approfondimenti

    Restituzioni 2022. Guida alla mostra

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (guida cartacea)

    Restituzioni 2022

    a cura di Carlo Bertelli, Giorgio Bonsanti, Carla Di Francesco, Milano 2022 (PDF online)

    Scheda dal catalogo

    https://restituzioni.com
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