L’insieme, composto dal dipinto centrale raffigurante La Madonna del Rosario con i santi Fermo e Rustico e dalla cornice monumentale che racchiude I Misteri del Rosario, in origine costituiva l’ancona dell’altare dei Santi Fermo e Rustico e del Santissimo Rosario, della chiesa parrocchiale della Natività di Maria Vergine di Polpenazze del Garda, cittadina nella zona della Valtenesi sulla sponda bresciana del lago di Garda. A partire dal novembre 1595 si hanno notizie dell’intenzione di far dipingere la pala, ma è probabile che l’opera venisse conclusa solo intorno al 1603 visto che in quell’anno veniva commissionata la cornice a un certo Orazio Rizzardi, appartenente a una famiglia di intagliatori e doratori originari di Bedizzole. Malgrado l’assenza di documentazione d’archivio, il quadro centrale è sicuramente opera autografa di Pietro Marone che la firma in basso a destra «PETRVS MARO/ F.». L’artista, che probabilmente aveva appreso i primi rudimenti dell’arte nella bottega del padre, il pittore Andrea Marone da Manerbio, venne suggestionato soprattutto dall’opera di Alessandro Bonvicino, il Moretto, rappresentante, insieme al Romanino e a Savoldo, del Rinascimento bresciano. Oltre all’influsso del Moretto e della scuola lombarda, ivi compresa quella cremonese, l’analisi delle opere autografe evidenzia come Marone avesse assorbito, verosimilmente grazie alla frequentazione diretta, lo stile di Tiziano e soprattutto del Veronese. La monumentalità delle figure dei santi in primo piano e l’utilizzo del cangiantismo nelle vesti sono di evidente matrice veronesiana. Sicuramente Marone avrebbe dovuto dipingere anche I Misteri del Rosario attorno alla pala centrale, ma morì nel settembre 1603 e l’incarico venne affidato nel luglio 1604 a Giovanni Andrea Bertanza, nato nella vicina Padenghe del Garda. I Misteri del Rosario, caratterizzati ancora da una certa ingenuità esecutiva, sono la prima opera documentata di questo pittore molto attivo nel bresciano che ebbe modo di formarsi e successivamente collaborare con Palma il Giovane.
La pala di Marone era coperta da uno strato di sporco che ne alterava le cromie originali e presentava inoltre pieghe dovute all’allentamento della tela soprattutto in corrispondenza della centina; la parte inferiore era interessata da sollevamenti e cadute della pellicola pittorica. La cornice mostrava sollevamenti e perdite della doratura oltre a frantumazioni nelle zone di maggiore fragilità come gli intagli che ripartiscono le scene dei Misteri del Rosario. Lo stato di conservazione dei Misteri del Rosario era compromesso, in particolar modo nella parte centinata, da fitte pieghe che avevano provocato diffuse cadute di cromia originale oltre che da un taglio e uno strappo con perdita di supporto tessile nella scena raffigurante Cristo deriso. Nei primi decenni del XVIII secolo l’ancona venne rimossa e manomessa; attualmente è conservata sulla parete sinistra della chiesa sopra un confessionale.
Rita Dugoni
Foto dopo restauro della pala centrale: Carlotta Giardini, Isabella Bellinazzo, Sergio Visciano