L’episodio raffigurato, narrato dallo storico Tito Livio (59 a.C. – 17 d.C.), si riferisce al rapimento delle donne dei Sabini, invitati a partecipare a dei festeggiamenti da Romolo che, fondata la città di Roma, intendeva così riuscire a popolare la nuova città. Luca Giordano ha realizzato molteplici versioni dell’episodio tra cui quella ora a palazzo Spinola, da lui firmata ≪Jordanus f.≫, che e forse la piu efficace nel rendere la violenza della scena, affollata e concitata, resa con il torcersi dei corpi in lotta, in una visione ravvicinata per cui tutto lo spazio risulta dominato dalle figure portate in primo piano, stagliate su squarci di paesaggio. La tela, citata insieme ad altre opere di Giordano tra i beni del ricco banchiere genovese Marc’Antonio Grillo (1643-1703), risulta venduta all’asta il 3 dicembre 1709 a Francesco Maria Balbi j., che il giorno dopo la rivendette al fratello minore Costantino (1676-1740), nella cui dimora acquistò presto larga fama anche grazie a Honoré Fragonard che nel 1761, durante il suo soggiorno genovese insieme all’Abbe de Saint Non, ne trasse un disegno (Londra, British Museum), mentre Jacques Firmin Beauvarlet ne ricavò un’incisione che permise la diffusione internazionale dell’immagine. Alla morte di Costantino j. nel 1823, il dipinto fu ereditato da Tommasina Balbi, sposa di Agostino Adorno, proprietario del palazzo di Strada Nuova, dove fu conservato fino alla seconda guerra mondiale per essere poi offerto sul mercato antiquariale e infine acquistato nel 2010 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo.
La tela, datata concordemente intorno al 1680, cioè gli anni in cui e più evidente in Giordano la rielaborazione della pittura veneta e di quella rubensiana, grazie al restauro ha ritrovato la brillantezza del colore, liberato dalla patina di depositi e dall’ossidazione della vernice che offuscavano la luminosità delle cromie originali, che ora invece sono pienamente apprezzabili come una delle straordinarie qualità dell’opera.
Farida Simonetti