Il rilievo, in marmo, è un frammento di sarcofago, cui, tramite netti tagli, è stata data una forma quadrangolare.
La scena raffigurata, interpretata come la battaglia presso le navi greche a Troia descritta nell’Iliade, è molto serrata, e i suoi elementi giungono a interrompere più volte il fregio superiore del rilievo. Dominano la rappresentazione due imponenti poppe di navi, dotate alle estremità di un ornamento (aflaston)simile ad ali d’uccello, e il cui scafo è riccamente decorato da scene e personaggi marini. Sulla poppa a sinistra vi sono due figure nude, mentre una terza tenta di salirvi; sotto, si intravedono le gambe e la mano di un ammantato. Sulla poppa a destra compaiono due guerrieri, ammantati e con un elmo sul capo, in atteggiamento ostile: uno è munito di scudo, l’altro leva il braccio a scagliare una pietra; in basso, giacciono caduti due uomini con scudo. All’estrema destra, i resti di un aflaston suggeriscono il proseguire della raffigurazione.
Questo tassello apparteneva a un sarcofago attico databile ai primi decenni del III secolo d.C. Il pezzo faceva parte della donazione dei marmi antichi che il patriarca Giovanni Grimani (1500 ca – 1593) fece alla Serenissima, i quali andarono poi a costituire lo Statuario, primo museo pubblico della città.
Durante un restauro, eseguito probabilmente quando l’opera venne in possesso dei Grimani, fu ricostruita la testina del guerriero rappresentato nell’atto di lanciare una pietra: curiosamente, però, l’elmo rifatto è del tutto diverso da quello che porta sul capo l’altra figura di guerriero presente sul rilievo. L’ipotesi è che il restauro sia stato compiuto a Roma e che l’artista rinascimentale si sia ispirato agli elmi dei legionari rappresentati sulla Colonna Traiana (inizi II secolo d.C.).
L’opera è stata sottoposta a pulitura. Il pezzo si mostrava infatti molto sporco e i sali erano ormai affioranti in alcuni punti. La superficie scabra si presentava molto consunta, accentuate erano corrosione e disgregazione. La notevole porosità del marmo aveva consentito il penetrare in profondità di polveri grigie e di sostanze eterogenee pigmentate di colore giallo brunastro. Vi erano inoltre residui di malta e gesso.
Redazione Restituzioni