Nella formella marmorea è raffigurata una grossa aquila con le ali aperte, che tiene nel becco un anello e poggia le zampe su una testa di leone. Le penne sono stilizzate sulla coda e sulle ali, più naturalistiche sul petto e sul collo; mentre nella parte più alta ricordano il piumaggio di un pavone. Ai lati si snodano due serpenti che si alzano per mordere la testa del rapace. In basso compare un frammento di fogliame.
Il frammento fu rinvenuto nel 1936, durante i lavori di ristrutturazione della Ca’ d’Oro, murato all’interno della facciata, nelle soffitte. È assai probabile che il marmo fosse stato lì collocato fin dal momento della costruzione della nota dimora veneziana, avvenuta nel primo Quattrocento: il riuso di pezzi antichi come puro e semplice materiale era infatti normale a Venezia fin da tempi remoti.
È ignota la provenienza del reperto, ma l’iconografia e alcuni particolari stilistici, come la stilizzazione delle penne dell’aquila, rimanderebbero alla cultura bizantineggiante.
Si ipotizza che la formella, in origine, non fosse un elemento isolato, ma fosse invece inserita in una sequenza di pezzi: essa doveva appartenere alla struttura divisoria di un edificio religioso o forse civile, come un pluteo (la balaustra che separa i settori di una chiesa), o la transenna di una iconostasi. La non conoscenza del complesso in cui il marmo era inserito e i densi significati simbolici delle figure rendono complicata la lettura iconografica. In un contesto civile, la raffigurazione potrebbe alludere al potere (l’aquila) e alla prudenza (i serpenti) che sottomettono la forza bruta (il leone): l’aquila è emblema del potere fin dall’antichità, il serpente simboleggia la virtù della prudenza per la sua circospezione nel muoversi e l’abilità nel nascondersi, infine il leone indica la forza in accezione negativa, come violenza e superbia. In un ambito religioso, la formella potrebbe raffigurare invece la spiritualità (l’aquila) che, con la forza (il leone), riesce a vincere il male (i serpenti): l’aquila infatti, per la sua capacità di volare alto e di guardare il sole, allude alla spiritualità, alla contemplazione e alla Resurrezione; il leone è in questo contesto simbolo positivo di forza, mentre il serpente è l’immagine del male e del demonio.
Il restauro ha riguardato la pulitura della superficie sulla quale, nel corso di un intervento precedente, era state stese delle resine che avevano inglobato numerose particelle di sporco. La pulitura è avvenuta impiegando un tampone imbevuto di acetone e impacchi di acetone, acqua, carbonato di ammonio, polpa di cellulosa e sepiolite. Per la rimozione del film resinoso si è ricorsi alle radiazioni laser. Il pezzo è stato infine protetto con resina acrilica.
Redazione Restituzioni