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    Frammenti di affresco da piazza Meda

    Data: IV secolo d.C.
    Tecnica/Materiale: Intonaco dipinto
    Dimensioni: 130 x 105 cm
    Provenienza: Scavi archeologici di Piazza Meda, Milano
    Collocazione: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
    Edizione: Spin-off 2012
    Restauro: Stefania Tonni, con la direzione di Anna Ceresa Mori, Anna Maria Fedeli
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia

    Intesa Sanpaolo ha offerto  il proprio contributo alla realizzazione della mostra “Costantino 313 d.C. L’Editto di Milano e il tempo della tolleranza” (Milano, Palazzo Reale, 25 ottobre 2012-17 marzo 2013; Roma, Colosseo e Curia Iulia, 27 marzo-15 settembre 2013) in triplice veste:  attraverso il prestito dell’icona appartenente alle proprie collezioni, Esaltazione della croce (Regione del Volga, seconda metà del XVIII secolo, tempera su tavola), come più tradizionale sponsor e attraverso il sostegno al restauro di due opere fondamentali per la comprensione del percorso espositivo. Per poter essere presentati in mostra, la celebre Capsella di Samagher, dal Museo Archeologico Nazionale di Venezia, e i frammenti pittorici di età romana provenienti dagli scavi archeologici di piazza Meda a Milano sono stati preventivamente sottoposti ad un attento restauro. Il restauro dei frammenti pittorici di età romana ha permesso la ricomposizione di una parte significativa del muro interno decorato ad affresco del portico facente parte di un isolato residenziale risalente probabilmente alla Milano massimianea (286-305 d.C.) che sorgeva nell’area dell’attuale piazza Meda, e ha portato nuova luce sulle decorazioni parietali delle domus di lusso del periodo tardoantico, di cui ancora oggi poco si conosce.

    Scheda breve

    Un’iconografia lineare e semplificata connota gli affreschi – preziosa testimonianza della Milano tardo-antica e imperiale – rinvenuti nel corso degli scavi di Piazza Meda a Milano. Si tratta di una serie di lacerti che anticamente decoravano il muro interno di un portico su strada, sito in una zona particolarmente interessante dal punto di vista archeologico: un settore urbano posto ai margini della città antica, intensamente frequentato dall’età romana ai nostri giorni, e di cui rimangono importanti vestigia di età tardoimperiale (IV sec. d.C.). La decorazione pittorica si caratterizza, in particolare, per una tendenza schematizzante e per la presenza di elementi fitomorfi stilizzati, per i quali viene utilizzata una gamma cromatica piuttosto ristretta ed essenziale su fondo bianco. Insieme agli elementi vegetali, sono stati individuati numerosi frammenti di lettere, dipinte in un colore rosso intenso, molto caldo, su fondo bianco, a formare certamente un testo, ancora da ricostruire e identificare.
    I testi pittorici sono stati realizzati con una tecnica d’esecuzione piuttosto corsiva, che ha conferito un generale tono di freschezza e vivacità agli affreschi.

     

     

    Il nucleo di affreschi proviene dal crollo di una struttura muraria, recuperata grazie a uno scavo archeologico iniziato nel 2005 e condotto in diverse fasi, in modo da garantire la viabilità nella piazza. Solo una porzione degli affreschi si manteneva ancora aderente al supporto, mentre molti frammenti si trovavano sparsi sul terreno a poca distanza; i risultati tuttavia si sono rivelati di grande interesse storico-archeologico. Numerosi infatti sono i reperti rinvenuti, che testimoniano la continuità abitativa dell’area, sede di attività artigiane legate alla concia delle pelli nella prima età imperiale e successivamente oggetto di grandi ristrutturazioni urbanistiche, quando la città divenne sede dell’Impero d’Occidente con l’imperatore Massimiano Erculeo.
    Di particolare interesse, data la rarità delle attestazioni, si è rivelato il rinvenimento di grossi lotti di intonaco dipinto di età romana, provenienti dalla distruzione di edifici posti nella zona e riferibili a diverse fasi abitative, che coprono un arco cronologico che va dal I secolo d.C. all’età tardoantica (IV-V sec. d.C.). I nostri affreschi, in particolare, erano di pertinenza di un muro intonacato, costruito in corsi di laterizi e di tegole disposte a spina di pesce legati da una malta piuttosto tenace. Il muro apparteneva a un complesso architettonico, si presume pubblico, da porre in relazione con la riqualificazione in età massimianea (fine III-IV sec. d.C.) dell’insula residenziale identificata nella zona occidentale della piazza, che si era appunto dotata di un porticato sul fronte degli edifici prospettanti sulla strada che ricalca l’attuale via S. Paolo.

     

     

    Nonostante la meticolosità del recupero nel corso dello scavo, le pitture presentano un aspetto molto frammentario, e anche gli insiemi coerenti sono connotati da problemi di fragilità e disgregazione della malta di preparazione, che hanno reso particolarmente difficile il lavoro di restauro. Complessivamente gli intonaci sono stati raggruppati in venti cassette, dopo essere state asportate dalla struttura cui ancora aderivano tramite velatino.
    I frammenti sono stati quindi sottoposti a pulizia e restauro consolidativo; è stato quindi possibile realizzare un assemblaggio degli insiemi coerenti e da ultimo il fissaggio su pannello, al fine di restituire la porzione parietale crollata.

    Le fasi del restauro

    Prima
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    Prima

    Prima del restauro, asportazione delle placche velate dal terreno

    Prima del restauro, cassetta con nuclei dalla placca 10

    Prima del restauro, cassetta con la placca principale 7 e placche minori di 7 e 8

    Prima del restauro, cassetta con la placca 12,2

    Durante
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    Durante

    Durante il restauro, assemblaggio con ricerca di parti di affresco sparse

    Durante il restauro, un insieme di intonaci da rinforzare con strato di malta fine

    Durante il restauro, l’insieme dei frammenti disposti sul pannello mobile

    Durante il restauro, stesura di strato di malta con aggregato prevalente di argilla

    Durante il restauro, stuccatura e integrazione a livello delle lacune con malta di calce e polvere di marmo

    Durante il restauro, stesura in sottolivello di malta finale di calce e polvere di marmo attorno alla ricomposizione pittorica

    Durante il restauro, la placca 12,2 assemblata e parzialmente saldata

    Durante il restauro, la placca 12,2 dopo lo smontaggio della velatura, la pulitura e il consolidamento

    Durante il restauro, fissaggio di un particolare di intonaco al gruppo di appartenenza

    Durante il restauro, ricucitura dei nuclei sulla traccia del rilievo fatto sullo scavo

    Dopo
    Dopo

    L’opera a fine lavori dopo la pulitura e l’integrazione pittorica ad acquerello

    Altre opere dell'edizione

    arredi e suppellettili

    Capsella di Samagher

    Officina romana

    arredi e suppellettili

    Boiserie della “sala degli specchi” di Palazzo Litta

    https://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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