Il primo corredo funerario longobardo è composto da armi riferibili a un cavaliere. Vi sono due speroni in bronzo e le guarnizioni delle relative cinghie (fibbiette e passanti); una spatha – arma lunga a due tagli, attributo per eccellenza del guerriero longobardo –, i resti del fodero in legno e cuoio con puntale e rinforzi tubolari in ferro, la relativa cintura per la sospensione con guarnizioni in ferro ornate da motivi realizzati a intarsio e laminette d’argento e di ottone (agemina e placcatura): fibbia, placche, borchiette, puntali, bottoni; unoscramasax – o sax, arma più corta a un solo taglio – l’impugnatura in corno di cervo, la custodia di cuoio con borchie, chiodi, passanti e puntale, la relativa cintura con guarnizioni in bronzo (fibbia, puntali, placche, anello, un sottile elemento decorativo); un coltello con manico in corno di cervo; un frammento di pettine in osso o corno, perno in ferro appuntito, forse uno spillone per l’accensione del fuoco; un vasetto in ceramica.
Il secondo corredo era destinato a una bambina defunta. Sono presenti una collana indossata al collo formata da grani in vetro (di colore verde smeraldo, azzurro, blu, giallo-rosso e rosso a filamenti bianchi), perle in ambra, monete forate, un dischetto e un anellino in bronzo; un’armilla in bronzo sull’avambraccio; un gruppo formato da un grano in ambra, un grano e gocce in vetro blu, cilindri e perline gialli, un elemento più grande con filamenti, monete bronzee, un anellino e un dischetto in bronzo, doveva essere conservato all’interno di una borsetta; un secondo gruppo di numerosi elementi doveva formare un’altra collana: perle e cilindretti color verde smeraldo, bianco, giallo, rosso, verde-giallo, rosso a filamenti bianco e verde, sequenze di sfere saldate e anellini.
Il primo corredo è stato riportato alla luce a Verona, in vicolo Bernardo da Canal, all’interno delle mura, nei pressi di un’importante sede di potere altomedievale, la Curtis alta, curtis regia (Cortalta). Nella tomba, che risale allo scorcio del VII secolo, vi erano i resti di più individui adulti; la rideposizione all’interno di un sepolcro preesistente era consuetudine diffusa all’epoca in città. Se i corredi di quel periodo erano ridotti e non prevedevano la presenza di accessori in metallo prezioso, il ricco armamento del nostro corredo sta ad indicare che si tratta di una tomba privilegiata appartenente al ceto dominante longobardo.
Il secondo corredo proviene invece da una tomba situata nei pressi del complesso episcopale in via Duomo, in un’area usato a scopo cimiteriale nell’alto Medioevo. La tomba, che ospitava i resti di una bambina, risale alla fine del VI – inizio del VII secolo.
I manufatti metallici, dopo le radiografie, sono stati liberati da residui terrosi (con bisturi). È stato consolidato il materiale organico e sono stati bloccati i processi di degrado in atto. Sulle superfici dei reperti in bronzo sono stati rimossi a bisturi i prodotti di corrosione del rame; sugli elementi in ferro con microfrese e gomme abrasive è stato rimosso lo strato di idrossidi di ferro. I manufatti sono stati infine protetti con resina acrilica. Le fessurazioni nello scramasax sono state rimediate con infiltrazioni di acido tannico. Sui grani in ambra e vetro è stata eseguita la pulitura a bisturi e microtamponi con acqua demineralizzata e, dove necessario, i frammenti sono stati incollati.
Redazione Restituzioni