I quattro monili presentano montature in oro rosso, composte da cornici ovali in cui sono incastonate gemme di colore giallo, arancio, rosso, viola, nero: corniole in prevalenza, niccoli, diaspri, calcedoni, un’ametista, un’onice, un’agata, paste vitree.
I soggetti intagliati sulle pietre sono dei più vari. Nelle dodici gemme della Collana di Ganimede sono raffigurati un erote, Venere, Giove, un ritratto maschile, Ganimede, Mercurio, una cornucopia e un’aquila, Eros alla guida di una quadriga, un kalathos (cesto con spighe) affiancato da un delfino e da uno scudo e un elmo, Atlante, lo stemma di Adria, un animale fantastico metà leone e metà uccello. La Collanadi Perseo presenta sette gemme su cui sono incisi un erote con due uccelli, una figura femminile, una scena campestre con Dioniso, un busto maschile, Perseo e Medusa, una dea (forse Artemide) con due quadrupedi, una scena campestre con satiro; la collana termina con un’agata fusiforme nella quale è inserita la chiave per caricare l’orologio. Nelle cinque gemme della Collana di Patroclo sono rappresentati tre guerrieri (Menelao ferito sorretto da Agamennone e Macaone, o la scena della morte di Patroclo), un guerriero a cavallo, un topo alla guida di un carro trainato da due galli, una scena campestre, un anziano su un aratro. La Catenelladel sacrificatore è composta da dieci gemme, raffiguranti una maschera, uno stemma nobiliare, una figura femminile, un cane, Giove, una oinochoe (brocca), una cornucopia, un’aquila, una Vittoria, una figura di sacrificante presso un altare.
Tra il Settecento e l’inizio dell’Ottocento diversi membri di una nobile famiglia di Adria, i Bocchi, raccolsero con cura i reperti che il sottosuolo della loro città restituiva. Appartenevano alla loro collezione anche i gioielli che qui si presentano: si tratta di quattro pezzi molto particolari, in cui antico e moderno si mescolano con grazia.
Le montature, in sobrio stile neoclassico, risalgono alla prima metà dell’Ottocento. La Collanadi Ganimede e la Catenelladel sacrificatore, dalla fattura più semplice, provengono probabilmente da una bottega adriese, mentre la Collanadi Perseo e quella di Patroclo, che mostrano una lavorazione più raffinata, si attribuiscono a una bottega di Venezia. Le gemme incastonate sono sia antiche (d’epoca romana, situate per la maggior parte tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C.) che moderne. La qualità dell’intaglio varia: a volte morbido, altre duro e spigoloso; ora fine e ricco di minuti particolari, ora più approssimativo; in altri casi, impressionistico e chiaroscurato. Degna di menzione è la raffigurazione di Perseo nella collana omonima: è un piccolo capolavoro della glittica, probabilmente riconducibile allo stile dei Pichler, celebri intagliatori viennesi del XVIII secolo.
L’ossidazione delle montature e la polvere e lo sporco sulle superfici delle gemme avevano appannato la sobria bellezza dei monili. La pulitura è stata eseguita con lavaggi in acqua deionizzata e tensioattivo, con feltrini e con tamponcini imbevuti di ammoniaca per le macchie più tenaci; i gioielli sono stati lucidati con panno di cotone. Gli idrossidi di ferro sulla chiavetta d’orologio sono stati rimossi mediante spazzolatura a applicazione dell’inibitore di corrosione (acido tannico); è stato quindi steso un protettivo (resina acrilica). Una gemma fratturata, un anellino spezzato e un castone di chiusura con laminetta staccata sono stati riparati con adesivo cianoacrilico.
Redazione Restituzioni