Il corredo funerario comprende un centinaio di reperti, forse relativi a due deposizioni. Vi appartengono armi e strumenti in ferro: un spada a lama larga e molto lunga, un’altra spada con fodera e con un’insolita impugnatura ornata da dischetti di bronzo e osso, due umboni (placche) di scudo, due lance, degli spiedi, dei grandi coltelli, una roncola e una cesoia. Il corredo si compone inoltre di pregiato vasellame bronzeo, quali situle (secchielli) con manici di ferro, mestoli, padelle, e di numerosi recipienti ceramici, quali ciotole, tazze, vasetti, olle (vasi panciuti). Esso comprende, infine, quattro denari d’argento e alcuni elementi da ornamento: una borchia di bronzo, un anello in argento, delle fibbie in ferro e una d’argento decorata da perle d’osso e da un perla di ambra.
La tomba che ha restituito questo corredo fu rinvenuta nel 1992 nella necropoli Ortaia di Povegliano Veronese. Si tratta di una sepoltura di ambito celtico, attribuita alla popolazione gallica dei Cenomani, cronologicamente riferibile alla fine del II – prima metà del I secolo a. C. La ricchezza di questo e di altri corredi della necropoli rispecchia un popolo evoluto e agiato, gradualmente integratosi nel mondo romano. Nonostante ciò i Cenomani mantennero i riti di tradizione più antica, in particolare la deposizione di pezzi d’armatura, a sottolineare come lo status di guerriero conservasse ancora un ruolo preminente in una società ormai pacificata da molti decenni. Anche la deformazione e la piegatura di parte degli oggetti metallici, in particolare le armi, è caratteristica del mondo celtico. All’attività di agricoltura e allevamento rimandano gli arnesi in ferro come la roncola e la cesoia, mentre la grande quantità di oggetti da mensa sono prova dell’assunzione da parte di queste genti dell’ideologia del banchetto.
I reperti ceramici presentavano incrostazioni terrose e calcaree; alcuni erano fratturati e, in alcuni casi, la ceramica era degradata. Le superfici sono state pulite a bisturi e mediante un lavaggio con acqua, spugnetta e pennello. Gli interventi di protezione, di consolidamento e di incollaggio dei frammenti sono stati eseguiti con acetato di polivinile.
Gli oggetti in ferro, in grave stato di degrado, sono stati puliti mediante microsabbiatura controllata usando ossido d’alluminio e con l’uso di flessibili, e mediante lavaggi in acqua deionizzata. Le superfici sono state trattate con convertitori di ruggine. Incollaggi e integrazioni sono stati eseguiti con adesivi ciano acrilici e resina poliestere.
I reperti bronzei sono stati puliti impiegando bisturi e spazzoline, sono stati trattati con benzotriazolo per inibire i processi di corrosione e infine protetti con resina acrilica.
Le incrostazioni sugli oggetti d’argento sono state asportate meccanicamente. Sulla fibbia sono stati effettuati interventi di consolidamento con resina epossidica, di ricomposizone e incollaggio con adesivo cianoacrilico.
Redazione Restituzioni