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    Torna a Restituzioni 1991

    Corredo funerario

    Data: Metà del V secolo a.C. ca
    Tecnica/Materiale: Ceramica, bronzo, ferro
    Dimensioni: varie
    Provenienza: Rinvenuto nell’autunno 1990 a Padova, nell’area tra via Tiepolo e via San Massimo, nella tomba 159
    Collocazione: Provvisoriamente presso i deposti della Soprintendenza Archeologica del Veneto, Padova
    Edizione: Restituzioni 1991
    Autore scheda in catalogo: Angela Ruta Serafini; note di scavo: Angelo Ghiretti
    Restauro: Kriterion s.n.c; disegni di Loretta Zago
    Ente di Tutela: Soprintendenza Archeologica del Veneto

    Antenore e un nutrito gruppo di Eneti, i quali, costretti ad abbandonare la Paflagonia a séguito di una sommossa interna ed essendo alla ricerca di un luogo dove stabilirsi e di qualcuno che li guidasse dopo aver perso a Troia il loro capo Pilemene, arrivarono nel golfo più profondo del mare Adriatico, scacciarono gli Euganei che abitavano tra mare e Alpi e, Troiani ed Eneti, si impossessarono di quelle terre. Il primo punto in cui sbarcarono lo chiamarono Troia e di lì deriva il nome di Troiano per il villaggio: l’intero popolo assunse la denominazione di Veneti.   Tito Livio, Ab urbe condita

    Scheda breve

    Il corredo, proveniente da una tomba a cremazione, si compone di manufatti ceramici e metallici, molti dei quali furono rotti intenzionalmente, secondo una pratica magico-religiosa legata ai rituali funebri. In un’olla (recipiente senza anse) che funge da ossuario, coperta dalla bacinella di una coppa, sono contenuti i resti combusti e gli accessori di abbigliamento e di ornamento personale riferibili a un intero nucleo familiare: due adulti, di sesso maschile e femminile, e un bambino. Si tratta di due placche decorate di cinturone, una piccola fibbia di cintura, frammenti di un’armilla (bracciale), fibbie, anelli, pendagli, fermatrecce.
    Anche gli altri reperti del corredo denotano la deposizione di defunti di sesso diverso, con diversi ruoli sociali. Un gruppo di armi (ascia, giavellotto e coltello) qualificano un adulto di sesso maschile, un guerriero. Altri oggetti (colatoio, olle, coppette, scodelle) sono collegabili al banchetto funebre. È presente inoltre un servizio in ceramica pertinente a una donna: utensili per filare (fusaiola e conocchia), una coppa con paletta assieme ad altro vasellame per le offerte, le bacinelle di una coppa, un piccolo bicchiere forse appartenente a un bambino; ancora, frammenti di vasi decorati con lamelle di stagno.
    Sono stati rinvenuti inoltre resti di offerte di cibo (ossa di agnello o capretto, nocciole) e indizi di tessuto riferibili agli abiti dei defunti.

     

     

    Il corredo apparteneva alla fossa di una necropoli paleoveneta di Padova, risalente al V secolo a.C. sulla base della tipologia dei reperti, e precisamente alla metà del secolo sulla base delle associazioni di alcuni oggetti metallici. Il grande pregio dei manufatti rivela il buon livello socio-economico della sepoltura e denota la loro provenienza da qualificate botteghe locali. Il ritrovamento ha permesso di approfondire molti aspetti – alcuni poco conosciuti – del rituale funerario patavino.

     

     

    Tutti i reperti sono stati puliti dalla terra limoso-sabbiosa di scavo che li ricopriva. Gli oggetti ceramici presentavano muffe, crepe, fessurazioni e sollevamenti; la pulitura è stata eseguita con bisturi e spazzolini; per il consolidamento e l’incollaggio dei frammenti si è utilizzato acetato di polivinile, per le integrazioni gesso alabastrino pigmentato.
    I manufatti bronzei, in frammenti, erano ricoperti da concrezioni terrose e calcaree e prodotti di corrosione; sono stati puliti con bisturi e tamponi imbevuti in alcol. Gli oggetti in ferro presentavano prodotti di corrosione, da cui sono stati puliti  con microsabbiatrice usando ossido di alluminio, mentre le deformazioni provocate dalla corrosione sono state rimosse con frese diamantate; è stato eseguito un trattamento di stabilizzazione  con benzotriazolo.
    Sia i manufatti in bronzo che quelli in ferro sono stati lucidati con spazzole del micromotore, ricomposti e integrati con cianoacrilato e resina epossidica pigmentata e opacizzata, infine consolidati con resina acrilica.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni '91

    Quattordici opere restaurate, a cura di Fernando Rigon, Vicenza 1991

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    scultura

    Stele funeraria ad arco

    oreficeria

    Croce processionale

    Orefice veneziano

    tessuti

    Tonacella e pianeta

    pittura

    Madonna con il Bambino e i santi Giovanni Battista e Paolo

    Dario da Treviso

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