Il corredo, proveniente da una tomba a cremazione, si compone di manufatti ceramici e metallici, molti dei quali furono rotti intenzionalmente, secondo una pratica magico-religiosa legata ai rituali funebri. In un’olla (recipiente senza anse) che funge da ossuario, coperta dalla bacinella di una coppa, sono contenuti i resti combusti e gli accessori di abbigliamento e di ornamento personale riferibili a un intero nucleo familiare: due adulti, di sesso maschile e femminile, e un bambino. Si tratta di due placche decorate di cinturone, una piccola fibbia di cintura, frammenti di un’armilla (bracciale), fibbie, anelli, pendagli, fermatrecce.
Anche gli altri reperti del corredo denotano la deposizione di defunti di sesso diverso, con diversi ruoli sociali. Un gruppo di armi (ascia, giavellotto e coltello) qualificano un adulto di sesso maschile, un guerriero. Altri oggetti (colatoio, olle, coppette, scodelle) sono collegabili al banchetto funebre. È presente inoltre un servizio in ceramica pertinente a una donna: utensili per filare (fusaiola e conocchia), una coppa con paletta assieme ad altro vasellame per le offerte, le bacinelle di una coppa, un piccolo bicchiere forse appartenente a un bambino; ancora, frammenti di vasi decorati con lamelle di stagno.
Sono stati rinvenuti inoltre resti di offerte di cibo (ossa di agnello o capretto, nocciole) e indizi di tessuto riferibili agli abiti dei defunti.
Il corredo apparteneva alla fossa di una necropoli paleoveneta di Padova, risalente al V secolo a.C. sulla base della tipologia dei reperti, e precisamente alla metà del secolo sulla base delle associazioni di alcuni oggetti metallici. Il grande pregio dei manufatti rivela il buon livello socio-economico della sepoltura e denota la loro provenienza da qualificate botteghe locali. Il ritrovamento ha permesso di approfondire molti aspetti – alcuni poco conosciuti – del rituale funerario patavino.
Tutti i reperti sono stati puliti dalla terra limoso-sabbiosa di scavo che li ricopriva. Gli oggetti ceramici presentavano muffe, crepe, fessurazioni e sollevamenti; la pulitura è stata eseguita con bisturi e spazzolini; per il consolidamento e l’incollaggio dei frammenti si è utilizzato acetato di polivinile, per le integrazioni gesso alabastrino pigmentato.
I manufatti bronzei, in frammenti, erano ricoperti da concrezioni terrose e calcaree e prodotti di corrosione; sono stati puliti con bisturi e tamponi imbevuti in alcol. Gli oggetti in ferro presentavano prodotti di corrosione, da cui sono stati puliti con microsabbiatrice usando ossido di alluminio, mentre le deformazioni provocate dalla corrosione sono state rimosse con frese diamantate; è stato eseguito un trattamento di stabilizzazione con benzotriazolo.
Sia i manufatti in bronzo che quelli in ferro sono stati lucidati con spazzole del micromotore, ricomposti e integrati con cianoacrilato e resina epossidica pigmentata e opacizzata, infine consolidati con resina acrilica.
Redazione Restituzioni