Il piatto è in vetro spesso e trasparente, di colore verde-bianco latteo, e presenta un piede di base. Sulla superficie convessa vi è una decorazione con dischi a rilievo e punte.
La coppa in esame, presumibilmente realizzata da un artista bizantino tra il X e l’XI secolo, è l’oggetto più grande fra quelli di tal genere presenti nel Tesoro della Basilica marciana di Venezia.
Data la consunzione della superficie del piede e l’incrinatura di due punti a rilievo della decorazione, si desume che l’oggetto fu impiegato in passato come contenitore o piatto per l’uso liturgico. Successivamente gli orafi veneziani applicarono una montatura d’argento sull’orlo e sul piede della coppa, per abbellirla; così infatti il conte Leopoldo Cicognara, redigendo l’inventario del Tesoro il 1816 e il 1820, descrisse l’opera: “Grandissimo piatto di cristallo montato con orlo e piede d’argento fornito di grossi cristalli colorati all’intorno e di monte, col fondo esterno a cerchi di rilievo”. Nel corso del XIX secolo la montatura fu eliminata, ma tracce di ossidazioni metalliche sulla superficie vetrosa ne testimoniano la sua passata presenza.
Il restauro è consistito in un intervento di manutenzione e pulitura della superficie vetrosa. L’applicazione di tamponi di cotone, imbevuti in una soluzione di alcol e acetone, si è alternata a lavaggi con acqua deionizzata e tensioattivo. L’asciugatura è stata ottenuta mediante disidratazione con alcol e acetone.
Redazione Restituzioni