La collezione, di recente assegnata alla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto, a seguito di sequestro, è composta da novantadue reperti ceramici di notevole interesse per qualità e varietà, provenienti da scavi clandestini effettuati in contesti di antiche necropoli ipogee, nell’area compresa tra Foggia e Manfredonia.
Si tratta di una serie ricca e rappresentativa delle più tipiche produzioni ceramiche daunie, canosine e peucete, con caratteristiche e specificità che l’intervento di restauro ha saputo in ogni singolo reperto valorizzare. In particolare sono documentate le tipologie note e consuete delle produzioni sub-geometriche daunie, a decorazione monocroma e bicroma, databili tra il VII e il VI secolo a.C., accanto alle più recenti a figure rosse (V-IV secolo a.C.), e canosine, listate e configurate, databili tra il IV e il III secolo a.C.
Il nucleo più consistente è rappresentato dai vasi con decorazione sub-geometrica dipinta, monocroma o bicroma, riferibili a diverse fogge funzionali alle pratiche di offerta e libagione funebre, prodotte negli ateliers di Ordona e di Canosa, in Daunia, e nell’antica Peucezia: vasi per contenere e versare come le olle biansate, le brocche, i vasi per filtrare e gli askoi; vasi per attingere e bere quali le tazze attingitoio e le coppe monoansate o biansate.
Alla più tarda produzione di Canosa, di età ellenistica, appartengono quattro esemplari di olle, brocche e un askos con decorazione a rilievo sul corpo, rappresentante il volto della Gorgone, e appliques costituite da figure femminili, abbigliate secondo le mode del tempo, e da cavalli anche con cavaliere.
Sovraddipinture di colore bianco, azzurro e rossorosato arricchiscono il complesso e barocco apparato decorativo di queste elaborate ceramiche, che presentavano un pessimo stato di conservazione anche per i maldestri restauri di tipo antiquario e che l’intervento attuale ha contribuito a rimuovere in parte, valorizzandole al meglio.
Significativi della classe cosiddetta listata, anch’essa prodotta nelle antiche botteghe canosine, tra il IV e il III secolo a.C., oltre all’olla, alla brocca e alla coppa biansata, sono un sostegno di grandi dimensioni, forse un bruciaprofumi o incensiere, e un vaso a borraccia.
Completano la collezione un cratere a figure rosse, di particolare importanza e pregio intrinseco, con scene di palestra e di colloquio, di produzione forse lucana, tra la fine del V e gli inizi del IV secolo a.C., e un guttus con medaglione raffigurante una sfinge e una brocchetta, entrambi a vernice nera, databili al III secolo a.C. Un vasetto configurato a forma di porcospino, un tintinnabulo, un frutto di terracotta, rivestiti di vernice bruna e rossastra, appartengono anch’essi a produzioni del IV-III secolo a.C.
Mariolina Gamba
Foto d’insieme del dopo restauro: Pino Pianta