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    Torna a Restituzioni 1994

    Candeliere

    Data: XV secolo e fine del XVI secolo
    Artista: Manifattura italiana (?)
    Tecnica/Materiale: Argento dorato, corallo, pasta dipinta
    Dimensioni: alt. 46,5 x 22 cm, largh. massima dei rami 37 cm
    Provenienza: Dal Legato M. Donà
    Collocazione: Venezia, Scuola Grande di San Rocco
    Edizione: Restituzioni 1994
    Autore scheda in catalogo: Adriana Augusti
    Restauro: Armen Roy Saraphian
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto

    Dall’Acqua alla Terra con braccia che tendono in alto, verso l’Aria… poco prima di ospitare la Fiamma a cui ogni cosa riluce.

    Scheda breve

    L’accostamento del corallo con l’argento dorato crea un effetto indubbiamente originale e insolito. La base con il largo piede polilobato a forma di petalo su cui poggiano fogliette dentellate, e il gambo esagonale a forma di tempietto, farebbero pensare ad un pezzo d’oreficeria tardo gotico, con funzioni liturgiche. Ma alla sommità del gambo si trova un grosso bocciolo d’argento dorato che funziona da base di una struttura irregolare ad albero, i cui rami più grossi sono di corallo rosso e quelli più sottili di pasta dipinta di rosso. Sui rami di corallo due larghi boccioli di foglie spinose raccolgono le coppette portacandele, mentre i boccioli più piccoli contengono all’interno perle di vetro opache e colorate. L’insieme pare dunque frutto di una manipolazione, le cui ragioni naturalmente restano ignote.

     

     

    È tipico del gusto dell’oreficeria tardo cinquecentesca l’utilizzo di elementi rari, esotici, e spesso marini come conchiglie o coralli. Sul piano stilistico va notata l’abilità dell’artigiano che ha sfruttato la morfologia del corallo con abilità, innestando una serie di rametti di pasta dipinta per vivacizzare l’oggetto. L’aggiunta dei boccioli sottolinea la metamorfosi dell’animale marino in elemento vegetale terrestre, con tutte le implicazioni filosofiche ed estetiche che tale trasformazione comporta nel periodo in cui il candeliere ha preso forma. A questi aspetti di carattere culturale si aggiunge l’uso del corallo, in molte culture e in molte epoche considerato come elemento portafortuna o scaramantico.

     

     

    L’argento dorato aveva nel tempo assunto una colorazione nerastra dovuta all’ossidazione del materiale e a depositi di sporco oleoso e carbonioso determinati dal fumo delle candele. Alcune parti dei rametti erano spezzate e i portacandele erano allentati nella base. Inizialmente sono stati smontati i portacandele e le foglie puntute sulla base. Si è quindi provveduto, previa analisi, alla rimozione dello spesso strato nero con impacchi di bicarbonato di sodio e con leggere soluzioni solventi, mentre con impacchi più forti sono stati rimossi i sali d’argento. Le foglie sono state messe a bagno in soluzione di bicarbonato di sodio, per ammorbidire lo sporco e sono state poi spazzolate con piccole spazzole da dentista. Il consolidamento meccanico delle parti spezzate e il rifacimento di alcune graffette delle foglie di base hanno completato l’intervento di restauro. Si è infine steso un leggero strato protettivo per difendere le superfici dagli attacchi del fumo delle candele, causa prima del deterioramento.

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Durante
    Durante

    Durante il restauro

    Durante il restauro, particolare

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Approfondimenti

    Restituzioni '94

    Opere restaurate, a cura di Fernando Rigon, Vicenza 1994

    Relazione di restauro

    Altre opere dell'edizione

    vetri

    Reperti archeologici romani in vetro

    arredi e suppellettili

    Base tripode di candelabro

    scultura

    Doppia erma femminile (Igea?)

    tessuti

    Piviale dei pappagalli

    Manifattura siciliana

    https://restituzioni.com
    PROGETTO CULTURA
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