Il calice presenta un piede esalobato mistilineo, con alta fascia inclinata e bordo piatto sporgente, ricoperto fittamente da elementi decorativi a tutto tondo di corallo rosso; tali elementi rivestono anche il fusto a balaustro, con nodo a bulbo schiacciato, i rocchetti di raccordo e il sottocoppa.
Pervenne al Tesoro di San Carlo del Duomo di Milano il 25 settembre 1683, per volontà testamentaria di Carlo Francesco Airoldi (1637-1683), appartenente a una delle famiglie più importanti della Lombardia spagnola, morto a Milano il 7 aprile.
Venne realizzato con tutta probabilità da maestri trapanesi in collaborazione con orefici lombardi. Lo rivelano i minuscoli moduli decorativi di corallo lavorato a basso o alto rilievo, fissati sul supporto metallico dorato mediante fili e pernetti di metallo, utilizzando la tecnica ‘della cucitura’, tipicamente secentesca. La forma del piede, allargato e polilobato, con alta fascia leggermente inclinata ornata da una successione di volti cherubici e innesto al fusto caratterizzato dal motivo di foglie lanceolate, trova invece diretto riscontro in oreficerie secentesche eseguite tra Milano e l’area del comasco. Non si può escludere che il calice sia stato inviato a Carlo Francesco da qualche personaggio del ramo degli Airoldi trasferiti agli inizi del XVII secolo a Palermo, centro dove erano attivi anche orefici di origine milanese, che lavoravano in collaborazione con maestri palermitani e trapanesi. Anche a Trapani sono d’altro canto attestate collaborazioni tra botteghe locali e orefici milanesi; i prodotti eseguiti dai corallai trapanesi, già attivi e famosi nel XVI secolo, erano generalmente affidati a venditori ambulati di spezie (‘zafferanari’) che avevano una capillare rete di vendita in tutta l’isola.
L’intervento di restauro, per opera di Franco Blumer sotto la direzione di Emanuela Daffra (SBSAE Milano), è consistito nella pulitura dei vari elementi; i coralli (mancanti nel 20%) sono stati poi fissati al supporto metallico mediante filo d’oro; tutta la parte metallica è stata verniciata con protettivo antiossidante Paraloid B44.
Paola Venturelli