La scultura a mezzo busto, in marmo, rappresenta un imperatore con occhi a mandorla e palpebre pesanti, labbra carnose, mento largo e collo possente. Regge sul capo un serto d’alloro, la fronte è circoscritta da una corona di piccole ciocche di capelli ed è solcata da due profonde rughe d’espressione. La corazza (lorica) è decorata da una cornice con un motivo a treccia e dalla raffigurazione, al centro, di due prigionieri nudi legati a un trofeo e seduti sopra una base a doppia voluta, al di sotto della quale si trova una maschera alata. Sulla spalla sinistra il mantello, fermato da una grossa spilla circolare, forma un’ampia e drappeggiata curva.
Sulla base di confronti con effigi auliche risalenti all’epoca della dinastia dei Flavi (che resse l’impero romano tra il 69 e il 96 d.C.), in questo ritratto antico è ravvisabile l’immagine di un membro della famiglia flavia, probabilmente Domiziano, o il fratello Tito: la spiccata idealizzazione dell’opera rende aleatoria una qualsiasi scelta fra i due imperatori.
Il marmo faceva parte della raccolta di sculture antiche che nel 1587 fu donata alla Repubblica di San Marco da Giovanni Grimani, patriarca d’Aquileia, mecenate e collezionista: il lascito diede origine a uno dei primi musei pubblici d’arte antica in Europa, lo Statuario della Serenissima. Nel Cinquecento, dopo il trasferimento dell’opera allo Statuario, la testa d’età romana fu integrata con l’imponente e ricco busto loricato. Questo eccellente pezzo rinascimentale, finemente decorato, potrebbe essere attribuito allo scultore Alessandro Vittoria (1525-1608), uno dei numerosi restauratori che operarono al servizio della potente famiglia veneziana dei Grimani.
Il marmo è stato ripulito da incrostazioni eterogenee, da depositi di polvere grigiastra e da vecchi strati protettivi che conferivano al manufatto una marcata colorazione giallastra. Dopo la pulitura, che ha restituito all’opera l’originario splendore, sono stati impiegati resina acrilica e cera microcristallina come protettivi.
È stato rimosso il naso in stucco risalente a un restauro di epoca imprecisata, e sostituito con una copia in resina epossidica e polvere di marmo. È stata inoltre eliminata con bisturi e scalpelli una vecchia stuccatura fra collo e busto.
Redazione Restituzioni