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    Torna a dallo Statuario della Serenissima

    Busto d’imperatore

    Data: Seconda metà del I secolo d.C.
    Tecnica/Materiale: Marmo
    Dimensioni: alt. tot. 65 cm
    Provenienza: Donazione Giovanni Grimani, 1587
    Collocazione: Venezia, Museo Archeologico Nazionale (inv. 252)
    Edizione: Restituzioni 2000
    Autore scheda in catalogo: Marcella de Paoli
    Restauro: Corinna Mattiello
    Ente di Tutela: Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto

    I mantelli che indossate per i trionfi e i fasci consolari e le sedie curuli e questo fulgente seguito di cortigiani, e, infine, la luce che cinge di chiara aureola il vostro capo divino sono, certo,ornamenti splendidi e venerandi per i vostri meriti   (Panegirico di Mamertino per Massimiano e Diocleziano)

    Scheda breve

    La scultura a mezzo busto, in marmo, rappresenta un imperatore con occhi a mandorla e palpebre pesanti, labbra carnose, mento largo e collo possente. Regge sul capo un serto d’alloro, la fronte è circoscritta da una corona di piccole ciocche di capelli ed è solcata da due profonde rughe d’espressione. La corazza (lorica) è decorata da una cornice con un motivo a treccia e dalla raffigurazione, al centro, di due prigionieri nudi legati a un trofeo e seduti sopra una base a doppia voluta, al di sotto della quale si trova una maschera alata. Sulla spalla sinistra il mantello, fermato da una grossa spilla circolare, forma un’ampia e drappeggiata curva.

     

     

    Sulla base di confronti con effigi auliche risalenti all’epoca della dinastia dei Flavi (che resse l’impero romano tra il 69 e il 96 d.C.), in questo ritratto antico è ravvisabile l’immagine di un membro della famiglia flavia, probabilmente Domiziano, o il fratello Tito: la spiccata idealizzazione dell’opera rende aleatoria una qualsiasi scelta fra i due imperatori.

    Il marmo faceva parte della raccolta di sculture antiche che nel 1587 fu donata alla Repubblica di San Marco da Giovanni Grimani, patriarca d’Aquileia, mecenate e collezionista: il lascito diede origine a uno dei primi musei pubblici d’arte antica in Europa, lo Statuario della Serenissima. Nel Cinquecento, dopo il trasferimento dell’opera allo Statuario, la testa d’età romana fu integrata con l’imponente e ricco busto loricato. Questo eccellente pezzo rinascimentale, finemente decorato, potrebbe essere attribuito allo scultore Alessandro Vittoria (1525-1608), uno dei numerosi restauratori che operarono al servizio della potente famiglia veneziana dei Grimani.

     

     

    Il marmo è stato ripulito da incrostazioni eterogenee, da depositi di polvere grigiastra e da vecchi strati protettivi che conferivano al manufatto una marcata colorazione giallastra. Dopo la pulitura, che ha restituito all’opera l’originario splendore, sono stati impiegati resina acrilica e cera microcristallina come protettivi.

    È stato rimosso il naso in stucco risalente a un restauro di epoca imprecisata, e sostituito con una copia  in resina epossidica e polvere di marmo. È stata inoltre eliminata con bisturi e scalpelli una vecchia stuccatura fra collo e busto.

     

     

    Redazione Restituzioni

    Le fasi del restauro

    Prima
    Prima

    Prima del restauro

    Durante
    Durante

    Particolare durante il restauro

    Particolare durante il restauro

    Dopo
    Dopo

    Dopo il restauro

    Particolare dopo il restauro

    Altre opere dell'edizione

    glittica

    Gruppo di gemme incise e cammei

    scultura

    Stele funeraria di Lisandra

    scultura

    Rilievo votivo a Cibele e Attis

    scultura

    Statuetta femminile panneggiata

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