Si ignora la provenienza dell’Assunta di Defendente Ferrari, segnalata per la prima volta nel 1868-1870 da Gustavo Frizzoni quando già faceva parte della Galleria dell’Istituto di Belle Arti di Vercelli. L’inserimento della tavola nei repertori di Bernard Berenson segna l’inizio della sua fortuna critica. Trasferita nel 1933-1934 nel Museo Borgogna, rinnovato con l’allestimento progettato da Vittorio Viale per la creazione di una pinacoteca cittadina, l’Assunta è tra i dipinti di Defendente esposti nella mostra sul Gotico e Rinascimento in Piemonte (Torino, 1938). Nell’immediato dopoguerra è scelta a illustrare il patrimonio artistico del museo nell’esposizione allestita a Torino (1951) dalla «Gazzetta del Popolo», dove la nota Marziano Bernardi.
La datazione agli anni 1511- 1519 proposta da Anna Maria Brizio, è condivisa ma precisata da Viale al 1515-1520, seguito da Luigi Mallé. Sia la particolarità iconografica dell’angioletto posto ai piedi della Vergine, intento a osservare, pregando, una scena sotto di sé, sia il ritrovamento di due zone lasciate a risparmio nella parte inferiore della tavola con le tracce delle cornici che separavano i due registri sovrapposti di un grande polittico, consentono di ricollocare l’Assunta al centro del registro superiore. È verosimile che nello scomparto sottostante trovasse posto la scena della Morte della Vergine, secondo uno schema analogo a quello realizzato da Alberto Piazza nel Polittico dell’Assunta per la cattedrale di Lodi: non conosciamo fino a oggi né altri elementi, né l’originaria collocazione di quest’ancona, da immaginare forse su un altare di una chiesa francescana.
Il restauro, eliminando la vecchia ridipintura del fondo, ha ritrovato la materia preziosa degli incarnati e la lucentezza brillante del cielo, striato di nubi sottili. La tecnica esecutiva così come gli stretti rapporti stilistici con l’Immacolata della Sacra di San Michele (1505-1507) e in genere con la produzione giovanile di Defendente, legano l’Assunta del Museo Borgogna a questa fase precoce, da circoscrivere entro il 1509, anno limite per l’Assunta di Gerolamo Giovenone ora a Budapest (Szépmu˝vészeti Múzeum, inv. 1324), che si ispira a questo modello defendentesco.
Massimiliano Caldera
Foto Giuseppe e Luciano Malcangi