«A Viadana ancora, dove egli si fuggì con Francesco per la guerra, fece in San Francesco, luogo de’ Zoccoli, così giovanetto come era, in una tavolina, una bellissima Nunziata; e un’altra ne fece in Santa Maria ne’ Borghi». Così Vasari racconta l’occasione e il tempo in cui questo dipinto sarebbe stato realizzato: verso il 1521 quando, al tempo della guerra tra Francesco I e Carlo V che coinvolse anche Parma, Girolamo si rifugiò a Viadana con Francesco Mazzola, il Parmigianino, e lavorò per la chiesa dei francescani di quella città. L’occasione, e dunque la datazione, non sono attendibili, ma effettivamente la tavola proviene dalla chiesa di san Francesco a Viadana, dove ornava l’altare fatto erigere dai figli in onore di Girolamo Avigni. Requisito dalle truppe napoleoniche nel 1811, dopo essere transitato dalle collezioni Lechi e de Pecis giunse in dono all’Ambrosiana nel 1831 con una prestigiosa attribuzione a Parmigianino. Opera invece del cugino acquisito, che, per dirla con l’abate Lanzi ≪non e cognito fuor di Parma e de’ suoi contorni≫ ,va annoverata comunque tra le opere maggiori della maturita di quest’ultimo, e il restauro ora concluso lo conferma pienamente. Eliminate ridipinture e patinature e tornata a splendere una gamma cromatica fredda e preziosa, ma soprattutto e ben leggibile una stesura pittorica condotta con sicurezza, che alterna campiture compatte e smaltate come quella che definisce il volto della Vergine – sorella della celeberrima Madonna del collo lungo – ad altre filamentose, sfrangiate, trasparenti, come quelle che danno vita al paesaggio fremente, abitato da un san Gerolamo che si tormenta assorto una ciocca di capelli, o quelle che delineano, quasi soltanto sulla preparazione, le penne delle ali. L’interpretazione del tema sacro è sofisticata e colta: la scena si svolge all’aperto, ma i protagonisti poggiano su un pavimento di marmi preziosi, residuo forse del tempio in rovina che sorge al margine del bosco e sulla cui scalinata siede san Gerolamo. In alcuni dettagli – il cespuglio di rose senza spine, la falce di luna – sono state colte allusioni all’Immacolata Concezione, da sempre sostenuta dai francescani e in onore della quale, nella chiesa di Viadana, era stata istituita una Chompagnia nel 1513.
Emanuela Daffra