Il grande progetto di restauro del capolavoro di Paolo Veronese Cena di san Gregorio Magno, conservato a Vicenza nella Basilica di Santa Maria di Monte Berico, è stato sostenuto da Intesa Sanpaolo in occasione dei 30 anni di Restituzioni, programma avviato nel 1989 nella città palladiana.
L’intervento conservativo sul monumentale dipinto su tela, di proprietà del Comune di Vicenza, ha preso il via nel settembre del 2019 ed è terminato nell’estate del 2022, grazie a una campagna di restauri rallentata, ma mai interrotta, nel periodo pandemico.
La Cena di san Gregorio Magno, opera del 1572 di Paolo Caliari detto Il Veronese, è l’unica tra le famose ‘Cene’ del celebre artista ad essere ancora conservata nel luogo per il quale fu creata: adorna la parete di fondo dell’antico refettorio del Santuario di Santa Maria di Monte Berico, luogo di culto custodito dall’Ordine dei Servi di Maria e visitato ogni anno da milioni di pellegrini.
Il dipinto, di dimensioni monumentali (4,68 x 8,61 m. per un totale di oltre 40 mq), appartiene alla serie delle cosiddette ‘Cene’ ed è considerato uno dei capolavori della maturità del Veronese, primario esponente del Rinascimento italiano e, insieme al Tiziano e al Tintoretto, della pittura veneziana cinquecentesca.
La scena rappresenta una delle cene che San Gregorio soleva offrire ai pellegrini, durante la quale accanto al pontefice, per premiarne la carità, appare Gesù.
Lo stato conservativo del dipinto portava i segni della sua storia travagliata: il 10 giugno 1848, durante la prima guerra d’indipendenza, la tela fu lacerata dai soldati austriaci in 32 pezzi e sottoposta, in seguito, ad un primo restauro voluto dall’imperatore Francesco Giuseppe e a successivi parziali interventi.
Il restauro, a cura di Valentina Piovan sotto l’egida della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Province di Verona, Rovigo e Vicenza, è stato avviato nel mese di settembre 2019 con una campagna di indagini preliminari a cura della Soprintendenza, che ha mirato a indagare aspetti non ancora esplorati del capolavoro di Veronese. L’opera è stata studiata sia da un punto di vista storico-conservativo attraverso il controllo delle fonti documentarie, iconografiche e il confronto con altre opere dell’autore, sia da un punto di vista scientifico, con la verifica puntuale attraverso indagini chimiche e fisiche a supporto dell’intervento di restauro.