La quindicesima edizione di Restituzioni vede la collaborazione di: Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte; Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Monza, Pavia, Sondrio e Varese; Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Brescia, Cremona e Mantova; Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto; Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Verona, Rovigo e Vicenza; Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Venezia e dei Comuni della Gronda Lagunare; Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Firenze; Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Roma; Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della Città di Napoli; Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia; Musei Vaticani. Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali, la mostra delle opere restaurate, itinerante, si tiene dapprima presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze, dal 22 marzo al 5 giugno 2011, lì organizzata in partnership con la Soprintendenza Speciale PSAE e per il Polo Museale di Firenze, e quindi alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, sede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza, dal 17 giugno all’11 settembre 2011.In contemporanea con lo svolgimento della mostra Restituzioni 2011 a Palazzo Pitti, presso il Museo di San Marco viene organizzata la mostra “IL TABERNACOLO DEI LINAIOLI DEL BEATO ANGELICO RESTAURATO. Restituzioni 2011 e ARPAI per un capolavoro” (22 marzo – 12 giugno 2011).Il restauro del capolavoro dell’Angelico è realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze e viene finanziato da ARPAI-Associazione per il Restauro del Patrimonio Artistico Italiano e da Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto Restituzioni.La mostra, curata da Magnolia Scudieri, Lia Brunori, Marco Ciatti, è promossa da Soprintendenza Speciale PSAE e per il Polo Museale della Città di Firenze, Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di Restauro di Firenze, Intesa Sanpaolo e Banca CR Firenze. Dalla prefazione al catalogo di Giovanni Bazoli, Presidente del Consiglio di Sorveglianza Intesa Sanpaolo:«Nel 1989, quando Feliciano Benvenuti, allora presidente della Banca Cattolica del Veneto, diede vita alla prima edizione di Restituzioni, non avrebbe forse immaginato che il fecondo rapporto instaurato con le Soprintendenze del Veneto avrebbe a poco a poco varcato i confini regionali per estendersi, con il crescere della Banca, a una realtà territoriale sempre più vasta, sino a raggiungere la dimensione nazionale. I drammatici avvenimenti che hanno recentemente riguardato il patrimonio artistico italiano, dai crolli della Domus Aurea a quelli delle Domus di Pompei, hanno richiamato l’attenzione generale sulla situazione critica in cui si trovano le istituzioni pubbliche preposte alla tutela. Risulta così confermata la lungimiranza della formula messa a punto ormai più di vent’anni or sono con Restituzioni. […]Dal 1989 ad oggi Restituzioni ha dato vita ad una “raccolta virtuale” che ha ampiamente superato le 600 opere mobili restaurate, cui si affiancano gli interventi a scala monumentale: uno fra tutti, il restauro degli affreschi attribuiti a Stefano fiorentino nella chiesa dell’Abbazia di Chiaravalle milanese, portato a termine nel 2009, a coronamento dei vent’anni di attività del progetto. Con questa edizione, la quindicesima, il progetto ha varcato i confini di Veneto e Lombardia e, oltre a confermare un rapporto già avviato con Napoli e con i Musei Vaticani, ha coinvolto opere in Piemonte, in Puglia, a Roma e a Firenze».Dalla introduzione al catalogo di Carlo Bertelli, dal 2000 curatore scientifico del progetto:«Non sembrerà un pretesto d’occasione, ora, ricordare che la presente edizione di Restituzioni coincide con le celebrazioni dei centocinquant’anni dell’unità d’Italia. L’Italia, è stato scritto più volte, si è riconosciuta si è riconosciuta ed è stata unita nella cultura prima di farsi stato. Di ciò erano ben convinti gli uomini del Risorgimento. […]La nostra consapevolezza storica, e dunque il riconoscimento della nostra identità, marcia di pari passo con la conoscenza e la conservazione dei nostri monumenti. […]Di questi centocinquant’anni il programma di Restituzioni ha attraversato un buon tratto. Ebbe inizio nel 1989, per iniziativa di Feliciano Benvenuti, presidente della Banca Cattolica del Veneto, con una mostra di dieci opere restaurate. Allora dieci opere restaurate per iniziativa d’una piccola banca regionale dovettero sembrare tante. Poi il programma, sempre curato dalla indimenticabile Fatima Terzo, crebbe velocemente, seguendo le grandi trasformazioni bancarie, accompagnando l’espansione di Intesa Sanpaolo e spingendosi a realizzare progetti che non potevano contemplare l’esposizione in Palazzo Leoni Montanari. […] Il criterio dettato nel 1989, e mai abbandonato, rispondeva alle linee che nel 1875 aveva tracciato l’“ispettore generale per le Belle Arti”, il grandissimo conoscitore, il fondatore della scuola italiana di storia dell’arte, Giovan Battista Cavalcaselle. Il principio di fondo è quello di una tutela coordinata tra territorio e museo, principio che è stato ancora ribadito in tutta la lunga vita dell’amministrazione nazionale e che è stato ancora ribadito, nella situazione nuova creata dal riconoscimento costituzionale delle regioni, nel 1998 con il DL 112 relativo ai rapporti tra Stato e regioni. Lo Stato assicura l’impegno costituzionale verso il patrimonio culturale attraverso la rete delle soprintendenze, le quali debbono assicurare gli standard qualitativi degli interventi.Possiamo correggere in “dovrebbero” perché la scarsezza di fondi, il numero ristretto del personale tecnico e scientifico rendono arduo mantenere gli impegni. In effetti qualcosa ci è precipitato addosso. Dopo il devastante terremoto dell’Umbria, quello dell’Abruzzo che ci sta quasi privando di un’intera, bella e storica città. A Venezia, la soprintendente Renata Codello scopre le insidie nascoste all’interno della pietra d’Istria, che sembrava eterna.Gli interventi dei privati, anche delle grandi banche, non possono certamente affrontare problemi di una tale entità, ma ciò non diminuisce il valore di iniziative come Restituzioni. Restituzioni punta sull’eccellenza, l’esemplarità delle operazioni, la loro presentazione al pubblico attraverso cataloghi critici di grande impegno scientifico, la stretta collaborazione con le Soprintendenze».