La dodicesima edizione di Restituzioni vede la collaborazione di: Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico per le province di Milano, Bergamo, Como, Lecco, Lodi, Pavia, Sondrio, Varese; Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico per le province di Brescia, Cremona e Mantova; Soprintendenza per i Beni Architettonici, per il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Venezia e Laguna; Soprintendenza del Polo Museale veneziano; Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto; Musei Vaticani.Con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali, la mostra delle opere restaurate si tiene alle Gallerie di Palazzo Leoni Montanari, sede museale di Intesa Sanpaolo a Vicenza, dal 20 marzo al 20 giugno 2004. Dal saggio in catalogo di Giorgio Bonsanti, “Restauri comuni e restauri diversi”:«Il restauro continua a vivere le proprie contraddizioni. Quanti aspetti diversi esso presenta, quante specificità mette in campo, quante difficoltà tenta di superare. Da un lato, troviamo attenzione mediatica, riflettori puntati, dibattiti accesi. Dall’altro, sappiamo che il restauro è un’attività che necessita per svolgersi di tranquillità e silenzio, calma e concentrazione. Da una parte, lo constatiamo come un ambito disciplinare ove tutti pensano di potersi addentrare senza particolari condizioni, riuscendo ad esprimere un’opinione valida semplicemente sulla base delle impressioni ricevute; come se davvero fosse ammissibile accedere a una verità complessa soltanto con una breve osservazione del prodotto finito. Dall’altra si colloca la situazione di chi è abituato per propria esperienza professionale a studiare ogni singolo caso con molta cautela; e conosce quanto sia arduo e provvisorio formarsi un’opinione senza aver potuto considerare attentamente tutte le tappe successive del restauro, fino al risultato ultimo. […] Si discute nel mondo del restauro se si debba per esso parlare di multidisciplinarità o interdisciplinarità; quel che è certo, aldilà delle sottigliezze terminologiche, è che il risultato di un’operazione di dimostrerà di tanto migliore, quanto più avranno concorso ad essa, in un dialogo continuo, gli storici (dell’arte, dell’architettura, gli archeologi), gli scienziati (chimici, fisici, biologi, petrografi, geologi) e i restauratori, i soli ai quali sia concesso di lavorare materialmente con le loro mani sull’opera».