La quinta edizione di Restituzioni vede la collaborazione di: Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici del Veneto; Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Venezia; Soprintendenza per i Beni Archeologici del Veneto.La mostra delle opere restaurate si tiene in Palazzo Leoni Montanari, dal 16 settembre al 31 ottobre 1993.Introduzione al catalogo di Feliciano Benvenuti, Presidente del Comitato di consulenza: «Di anno in anno si va sempre più chiarendo presso il nostro pubblico l’importanza di una delle finalità fondamentali – anzi la primaria finalità – dell’iniziativa Restituzioni: quella del restauro. Un restauro considerato nell’ottica corretta non strettamente attinente alla mera azione di recupero di un’opera, ma anche come insostituibile strumento conoscitivo dell’opera stessa, in tutte le sue componenti.Se il primo aspetto del restauro è legato al concetto di un mecenatismo moderno ormai affermatosi con la precipua volontà di riscatto del nostro patrimonio artistico più o meno degradato, il secondo si va configurando, ormai anche nella coscienza comune, come un vero investimento scientifico di indagine e di ricerca.Proprio tenendo presente questo fattore il Comitato scientifico del progetto “La Banca per l’Arte” ha sempre operato le sue selezioni di opere da avviare al restauro privilegiando l’opportunità di spaziare su manufatti realizzati nei più diversi materiali in modo da offrire alla scienza del restauro le casistiche più ampie per confronti e collaudi delle proprie metodologie.Le opere in metallo, ad esempio, dall’età romana a quella medievale e rinascimentale, sono sempre state presenti in modo consistente nell’ambito delle nostre antologie. Gli interventi di recupero sulle stesse si sono via via qualificati come delle vere e proprie campagne di ricerca in un settore nel quale sia a livello di teoria che di prassi il cammino da compiere è lungo e le esperienze e i risultati da acquisire ancora innumerevoli.La nostra azione promozionale è divenuta, così, quasi un finanziamento per la ricerca in questo settore che implica operazioni costose e difficili sui vari piani, tra cui quello chimico, fisico, radiografico.Proprio quest’anno un’opera prescelta ha ottenuto solo dopo l’indagine il conforto dell’autenticità sulla base di inoppugnabili risultati di approfondimento scientifico.Accanto ai filoni interni – per così dire trasversali – per qualità di materiali, è da segnalare quest’anno il polo di aggregazione assai più tradizionale e scontato che prende come punto di riferimento l’epoca e l’autore. Uno di tali poli è rappresentato da ben tre capolavori di G.B. Tiepolo – due celeberrimi e uno poco noto – nella prospettiva ravvicinata di altre opere tra Sei e Settecento, tra cui un noto Piazzetta. Questa scelta, oltre a salvare opere che avrebbero potuto avviarsi a un degrado irreversibile, ha consentito raffronti stilistici e di tecnica pittorica, grazie ancora una volta al restauro scientificamente inteso affiancatosi alla metodologia storiografica e critica».